Confermato mandato di cattura per Assange

Confermato mandato di cattura per Assange
Julian Assange, il fondatore del sito web WikiLeaks
7 febbraio 2018

La giustizia britannica si esprimera’ di nuovo sul mandato di cattura per Julian Assange il prossimo 13 febbraio. E’ stata la stessa giudice Emma Arbuthnot a darne notizia dopo aver respinto per il momento la richiesta di revoca del mandato di cattura per il fondatore di Wikileaks, che ha violato gli obblighi legati alla cauzione. “Non sono convinta che vada revocato”, ha detto la Arbuthnot, al termine di una udienza che, nelle speranze del fondatore di Wikileaks, avrebbe potuto aprire la porta dell’ambasciata ecuadoriana a Londra, dove si trova da cinque anni. Erano stati gli avvocati di Assange a chiedere la revoca del provvedimento. Assange vive dal 2012 all’interno dell’ambasciata ecaudoregna a Londra per evitare un mandato d’arresto europeo emesso dalle autorita’ svedesi per delle accuse di stupro. Nonostante l’indagine svedese sia stata revocata l’anno scorso, le autorita’ britanniche minacciano ancora di arrestare Assange se lascia l’edificio diplomatico.

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Il mandato d’arresto ha “perso il suo scopo e funzione”, aveva sostenuto l’avvocato Mark Summers, ricordando che il fondatore di WikiLeaks ha “passato cinque anni e mezzo in condizioni che, da qualunque punto di vista, sono analoghe alla detenzione, senza accesso ad adeguata assistenza medica o luce del sole, in circostanze nelle quali la sua salute fisica e psicologica si e’ deteriorata ed e’ in serio pericolo”. Quest’ultima posizione era gia’ stata respinta dal procuratore, come “assurda”, in attesa del pronunciamento della corte, giunta oggi. Poco tempo fa, l’Ecuador ha concesso la cittadinanza ad Assange, chiedendo inoltre a Londra di riconoscerlo come diplomatico in modo da evitargli l’arresto e la probabile estradizione negli Stati Uniti dove deve rispondere della pubblicazione di documenti segreti militari e diplomatici nel 2010. Il Regno Unito ha respinto anche quella richiesta.

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