Consip, Ferrara indagato dalla procura di Roma per false informazioni

Consip, Ferrara indagato dalla procura di Roma per false informazioni
19 giugno 2017

False informazioni al pm. Per questa accusa è stato indagato dalla procura di Roma il presidente dimissionario di Consip, Luigi Ferrara. L’alto dirigente nel corso dell’interrogatorio, reso venerdì scorso ai magistrati romani, avrebbe cambiato la versione dei fatti, fornita inizialmente in qualità di testimone. Gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo sugli accertamenti in corso. Intanto, con il passo indietro dei due membri del Cda di Consip e’ venuto meno il motivo del contendere e quindi si ritiene inutile il voto sulle mozioni previsto per martedi’. E’ questa la posizione del Pd che, con la mozione presentata venerdi’ dal capogruppo al Senato, Luigi Zanda, in cui si chiedeva il cambio dei vertici della Consip, considera la vicenda chiusa nel momento in cui e’ di fatto decaduto il consiglio di amministrazione. Non e’ cosi’ invece per il senatore Andrea Augello che considera la vicenda ancora aperta. Sulla stessa lunghezza d’onda e’ il leader della Lega, Matteo Salvini, che chiede che l’ad di Consip, Luigi Marroni, resti al suo posto. “Ha sollevato dubbi su appalti, politica e sinistra, se e’ successo qualcosa di poco chiaro e poco lecito noi non accettiamo che venga silenziato”, ha detto il leader del Carroccio. “Abbiamo calendarizzato la discussione delle mozioni per martedi’ mattina alle 11. Sara’ quello il momento per capire come andare avanti”, ha sottolineato il presidente del Senato, Pietro Grasso. Martedi’ dovrebbe esserci una conferenza dei capigruppo che valutera’ il da farsi. I due componenti del cda della Consip si sono dimessi dal board, causandone la decadenza automatica, “per evitare che fatti esogeni alla vicenda potessero indebolire quel grande lavoro fatto in questi anni”, ha spiegato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Ma anche l’M5s va all’attacco: “Quello che sta facendo il Pd sulla Consip”, ha detto Roberto Fico, “e’ un semplice gioco politico: per non votare le mozioni al Senato hanno fatto dimettere due membri del cda. Questo e’ un disastro politico imputabile a Renzi figlio e a Renzi padre. Tutto questo e’ incredibile”.

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