Consulta boccia il ballottaggio e salva il premio di maggioranza al 40%. Ecco la nuova norma

Consulta boccia il ballottaggio e salva il premio di maggioranza al 40%. Ecco la nuova norma
25 gennaio 2017

La Corte costituzionale rivoluziona l’impianto dell’Italicum. Via il turno di ballottaggio, resta il premio di maggioranza. Restano le pluricandidature dei capilista, ma la scelta finale del collegio in cui si viene eletti è affidata ad un sorteggio. La Consulta, in pratica, ha bocciato in parte la legge voluta dal governo Renzi, prevedendo un sistema proporzionale di fatto.  La sentenza prevede che la legge elettorale corretta dai giudici sia “suscettibile di immediata applicazione”. Sotto la lente dei giudici, i ricorsi presentati da cinque diversi Tribunali ordinari. E’ stata rigettata – è scritto nel comunicato finale diffuso dalla Corte al termine di una lunghissima camera di consiglio – la questione di costituzionalità relativa al premio di maggioranza al primo turno, che era stata sollevata dal Tribunale di Genova. Mentre sono state accolte le questioni – sollevate dai giudici di Torino, Perugia, Trieste e Genova – relative al turno di ballottaggio: è incostituzionale, ha sentenziato la Corte. E incostituzionale è stata dichiarata anche la norma che consente al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione: in casi come questi a decidere sarà un sorteggio. A questo punto, bisognerà capire se le forze politiche intendono andare al voto subito, con l’Italicum cambiato per la Camera e il Consultellum per il Senato. In teoria è possibile, anche se la governabilità non è affatto scontata. Ma potrebbe anche prevalere l’intenzione di utilizzare altri sistemi elettorali. Ma serve una nuova legge. Un’ipotesi è il ritorno al Mattarellum, sostenuto proprio dal Pd.

COSA CAMBIA Una legge di impianto proporzionale ma con un premio di maggioranza (340 seggi) al singolo partito o alla singola lista che raggiunge almeno il 40% dei voti. Restano i 100 capilista bloccati e resta la possibilita’ di pluricandidature (fino a un massimo di 10), ma non sara’ piu’ il capolista eletto a scegliere il collegio, bensi’ si procedera’ al sorteggio. Questi i punti salienti della legge elettorale, ovvero l’Italicum ‘post-Consulta’, valida per l’elezione della sola Camera dei deputati, cosi’ come viene modificata dopo la sentenza dell’Alta corte, immediatamente applicabile come specificano gli stessi giudici costituzionali nel dispositivo.    Dunque, se si dovesse andare a votare con l’attuale sistema elettorale, risultante dalla sentenza della Consulta, si avrebbe un modello proporzionale ma corretto alla Camera, mentre per il Senato vale un sistema strettamente proporzionale, senza premio di maggioranza, il cosiddetto Consultellum. Due leggi elettorali che difficilmente consentirebbero di avere un unico vincitore certo la sera delle elezioni. Al Senato, infatti, il Consultellum favorisce le coalizioni, mentre alla Camera l’Italicum rivisto e corretto dalla Consulta premia il singolo partito, purche’ arrivi al 40%. Ecco il ‘nuovo’ Italicum.

Leggi anche:
Centrodestra conquista anche la Basilicata, Vito Bardi riconfermato

SOGLIE DI SBARRAMENTO: e’ pari al 3% la soglia di sbarramento in ‘ingresso’ per avere seggi alla Camera dei deputati. Entreranno in Parlamento, quindi, solo i partiti che supereranno lo sbarramento del 3%.

PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA LISTA, BOCCIATO IL BALLOTTAGGIO: La scure della Consulta salva il premio di maggioranza. Resta quindi il premio di 340 seggi, attribuito alla singola lista o partito (e non alla coalizione), ma il premio scatta solo se si ottiene il 40% dei voti. Scompare il ballottaggio, che la Consulta ha giudicato incostituzionale. Nella versione pre-Consulta, l’Italicum prevedeva che, qualora nessun partito o lista raggiungesse quota 40%, sarebbero andati al ballottaggio i due partiti piu’ votati, ma senza la possibilita’ di apparentamenti fra liste.

CAPILISTA BLOCCATI: restano i 100 capilista bloccati scelti dai partiti e ciascun partito puo’ presentare non piu’ di 6-7 candidati per collegio. Il resto dei candidati vengono scelti con le preferenze, con l’alternanza di genere, fino a un massimo di due.

COLLEGI: il territorio italiano viene suddiviso in 20 circoscrizioni, a loro volta suddivise in 100 collegi.

PLURICANDIDATURE: Resta la possibilita’ per i capilista di candidarsi in piu’ collegi. La Consulta ha pero’ bocciato, in quanto incostituzionale, la liberta’ assegnata al capolista di scegliere in quale collegio essere eletto. Dunque, e’ consentita la candidatura multipla per i capilista, ma fino a un massimo di dieci. Se vince in piu’ collegi si procedera’ con il sorteggio.

Leggi anche:
Europee, depositati 42 simboli: in sette col nome del leader

NORMA ‘ANTI FLIPPER’: Viene introdotta la cosiddetta norma ‘anti flipper’, che punta a diminuire la causalita’ nell’attribuzione dei seggi, dopo il calcolo a livello nazionale, con il meccanismo dei quozienti e dei resti, in modo da non penalizzare i partiti piu piccoli.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti