Conte a Juncker: deficit 2,04%, ma restano reddito di cittadinanza e quota 100

Conte a Juncker: deficit 2,04%, ma restano reddito di cittadinanza e quota 100
Giuseppe Conte e Jean-Claude Juncker
12 dicembre 2018

Sembra avere imboccato una strada decisamente positiva il negoziato in corso fra il governo e l’Ue, dopo il vertice sulla manovra finanziaria che ha visto per la terza volta riuniti, a Bruxelles, il premier Giuseppe Conte, accompagnato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, a sua volta accompagnato dal vicepresidente per l’Euro, Valdis Dombrovskis, e dal commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici.

Il primo incontro dei cinque, in una cena di lavoro sabato 24 novembre, era stato interlocutorio, sebbene importante per cambiare il tono fra gli interlocutori e avviare il dialogo su un nuovo binario più costruttivo. Un dialogo continuato in un altro incontro a margine del G20 di Buenos Aires di fine novembre, ma ancora senza novità di sostanza. La discussione di stasera, invece, è partita subito da un’offerta concreta da parte dell’Italia: la modifica dei saldi della manovra, che riduce il deficit/Pil nominale programmato per il 2019 dal 2,4% al 2,04%. “Modifica sostanziale” è il termine che avevano utilizzato nei giorni scorsi sia Dombrovskis che Moscovici per definire che cosa si aspettavano dal governo italiano. E “sostanziale e importante” sarebbe questa modifica, secondo quanto ha riferito stasera Conte, nella prima valutazione che ne avrebbe fatto la Commissione.

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“Come sapete – ha riferito Conte ai giornalisti al termine dell’incontro di stasera – qualche ora fa abbiamo anticipato la nostra proposta a Bruxelles ed è terminato adesso l’incontro con il presidente Juncker, Moscovici e Dombrovskis, in cui abbiamo illustrato la nostra proposta. Una proposta – ha sottolineato – che ci consente di dire che non tradiamo affatto la fiducia dei cittadini italiani, che rispettiamo gli impegni presi; con particolare riguardo alle misure di riforma che hanno il maggiore impatto sociale, il reddito di cittadinanza e quota 100. Perché rispettiamo sia la platea dei destinatari che abbiamo preannunciato, sia gli importi di cui beneficeranno i destinatari”.

“Come avevamo anticipato – ha continuato il premier – le relazioni tecniche ci hanno consentito un margine di negoziazione, perché abbiamo recuperato alcune risorse finanziarie. Eravamo stati molto prudenti, e queste risorse finanziarie le stiamo utilizzando adesso per questa negoziazione in corso con la Commissione. Dal 2,4%, nel saldo finale (del rapporto deficit/Pil, ndr), siamo potuti scendere al 2,04%. Questo è il saldo presentato nella proposta anticipata, che ci consente di condurre questo negoziato con la Commissione”. Commissione, ha sottolineato Conte, “che ha avuto appena qualche ora per valutare la nostra proposta, ma l’ha giudicata significativa e molto importante”.

“Siamo un governo che rispetta gli impegni presi; il mio governo – ha rivendicato Conte – rispetta la fiducia degli italiani, e vuole conservare la fiducia degli italiani; ma è anche ragionevole. Nel momento in cui ce n’è stata offerta la possibilità, abbiamo messo tavolo della negoziazione una proposta seria, ragionevole e confidiamo che questo negoziato possa concludersi nell’interesse di tutti, e in particolare dei cittadini italiani, con una soluzione positiva pienamente condivisa”. Su questo, ha puntualizzato il premier, “la maggioranza è assolutamente compatta”. Le due principali misure, reddito di cittadinanza e quota 100, “entreranno in vigore com’è stato preannunciato, sia per quanto riguarda gli importi che la platea”, e partiranno “nei tempi previsti”. “Non rinunciamo a nulla”, ha assicurato Conte.

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“Non spetta a me prevedere adesso quale sarà la reazione conclusiva della Commissione”, ma la proposta italiana “sicuramente è stata giudicata importante, significativa – ha insistito il premier – e adesso, nelle prossime ore continueremo a lavorare. Confido in una soluzione positiva”. Rispondendo a chi chiedeva da dove siano state ricavate le risorse aggiuntive per mantenere gli impegni di spesa riducendo il deficit, Conte ha ripetuto: “Noi aspettavamo le stime tecniche, che ora sono arrivate sul tavolo, e ci hanno consentito di recuperare delle risorse; abbiamo costruito quindi la proposta così concepita”. Nelle stime precedenti, ha continuato Conte, “eravamo stati particolarmente prudenti, perché volevamo garantire in tutti i modi la realizzazione di queste misure”.

Inoltre, “ovviamente abbiamo aggiunto qualcosa, ad esempio per quanto riguarda il piano di dismissioni”. Così, “abbiamo calibrato questa nuova formula, questa nuova proposta”. “Io – ha ricordato il premier – l’ho detto all’inizio del negoziato: sto lavorando per evitare all’Italia la procedura per debito. Sono molto ambizioso, non mi sarei seduto al tavolo per un risultato minore”. E “non si tratta di speranze, non si tratta adesso di anticipare valutazioni abbiamo illustrato le proposte, il clima è molto proficuo, c’è un dialogo molto sereno, costruttivo, e confido in una risposta positiva”. A chi chiedeva se con le nuove proposte cali anche il deficit strutturale, oltre a quello nominale, Conte ha poi risposto: “Calerà, vedrete”.

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E quanto alle stime di crescita del governo, contestate dalla Commissione, ha aggiunto, ottimisticamente: “Vedrete che la crescita sarà superiore alle nostre stime”. Conte, infine, ha confermato che sarebbe ripartito per Roma, nonostante debba ritornare domani a Bruxelles per il Consiglio europeo. “Qui fa troppo freddo”, ha scherzato con i giornalisti, una volta uscito all’esterno, aggiungendo poi che stasera a Roma, “dovremmo fare una riunione, ma per gli emendamenti”, con i vicepresidenti del Consiglio Luigi Di Maio e Matteo Salvini. askanews

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