Conte rompe il tabù del Mattarella bis: “Vorrei una personalità come lui”

Conte rompe il tabù del Mattarella bis: “Vorrei una personalità come lui”
Sergio Mattarella (D), presidente della Repubblica, e Giuseppe Conte, presidente del Consiglio
28 settembre 2019

Giuseppe Conte lancia il “Mattarella bis”, rimescolando le carte sul prossimo inquilino del Quirinale. “Non spetta a me” una decisione su chi andrà al Colle, “non sono neanche parlamentare”, ma “posso dire che vorrei una personalità come Mattarella”, dotata di “equilibrio, esperienza politica, saggia e anche alla mano”. In altri termini, “se Mattarella fosse disponibile a un secondo mandato…”. Un messaggio chiaro all’indirizzo della sua maggioranza arriva dalla Puglia, dove il premier Giuseppe Conte ha partecipato a “La Piazza”, la kermesse di Affari Italiani che s’è svolta a Ceglie Messapica (Br). Intervistato per circa due ore dal direttore del quotidiano online, Angelo Maria Perrino, il capo del governo ha tracciato, tra le altre cose, la prossima manovra, parlando di un “Patto sociale” con gli italiani che punta a usare maggiormente la moneta elettronica generando benefici economici e fiscali per i cittadini. Reddito di cittadinanza e Quota 100, invece, “sono misure già adottate e intendiamo conservarle, è una promessa che sarà mantenuta”.

Come anche la flat tax per le partite Iva sotto i 65 mila euro “la conserveremo e cercheremo di incrementarla anche per i redditi superiori”. Il “cantiere manovra” del Conte 2 è in piena opera, come ha sottolineato lo stesso Conte, parlando dalla sua Puglia dove ancora circolano le littorine a gasolio che non possono superare i cinquanta chilometri orari, simbolo di un Mezzogiorno assetato di crescita e bistrattato, quasi sempre, da una politica miope e ipocrita a cui il Conte 2 intende rispondere con un ennesimo “Piano per il Sud che dovrà diventare strutturale”. Continua a bocciare l’idea di dare vita a un suo partito: “Direi di no, l’impegno di governo è già assorbente per potere pensare a un partito politico”. La manovra, tuttavia, ha tenuto banco nella kermesse salentina. “Stiamo lavorando a una manovra espansiva perché in momenti come quelli attuali abbiamo un calo dell’export per ragioni non dipendenti da noi e se i consumi interni calano e sono più contenuti, è il momento di una manovra espansiva”, ha ripetuto più volte il premier. Impegnandosi “a disattivare le clausole di salvaguardia dell’Iva”, mettendo “sul tavolo 23 miliardi”. Parte delle risorse, secondo Conte, arriveranno “dalla riduzione dello Spread, vari miliardi”.

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“Poi sicuramente abbiamo tagliato spese pubbliche improduttive, stiamo risistemando la Tax expenditures” ha aggiunto. Tanti i temi toccati a “La Piazza”. Come quello annoso delle Province che più che abolirle sarebbe “più utile ridisegnarle”. Con la sua “aplomb”, il premier non s’è sottratto a nessuna domanda. D’altronde è noto il suo spirito democristiano, emerso più volte nelle due ore di intervista. Come sul tema del vincolo di mandato, definito da Conte “complicato”, o quando s’è parlato del suo alleato di governo il Pd, “se non mi fidassi, non avrei cominciato a governare”. Infine, dato il delicato equilibrio della sua maggioranza, Conte porge una mano a Matteo Renzi e al suo Italia Viva: “Credo che Renzi e il suo nuovo gruppo possano dare un contributo positivo, se sarà uno stimolo critico che ben venga. Noi dobbiamo fare il bene degli italiani. Un contributo positivo da Italia Viva ben venga”.

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