Corona, testi cambiano versione in aula: giravano soldi in nero

Corona, testi cambiano versione in aula: giravano soldi in nero
30 marzo 2017

Al processo a Fabrizio Corona, imputato per i 2,6 mln di euro trovati nel controsoffitto di una sua collaboratrice e in Austria, alcuni testimoni ritrattano una prima versione fornita ai carabinieri durante le indagini e raccontano, tra molti “non ricordo” e reticenze, di avere versato o diviso dei soldi in nero con l’ex fotografo dei vip. Alla quinta volta che il pm Alessandra Dolci e il giudice Guido Salvini, presidente del collegio, gli chiedono se avesse mai preso soldi in nero, un ex collaboratore di Corona che si occupava anche di procacciargli clienti, ammette: “Si’, ci siamo divisi dei soldi. E’ successo in tante occasioni, quando ero presente, che Fabrizio ricevesse somme in nero. Scusate avevo detto una cosa diversa, ma soffro d’ansia, sono in cura, e davanti ai carabinieri ero molto agitato.

In un’occasione, mi ricordo di avere fatto al 50% con Corona in una palestra a Roma: lui si e’ tenuto 1000 euro, io 700″. Un secondo teste, proprietario di una concessionaria online di auto e anche lui ex factotum di Corona, ha detto di avere dato “7-8mila euro, massimo 10mila” a Corona, frutto di eventi ai quali l’imputato prestava la propria immagine per fare pubblicita’ a parucchieri, baristi, commercianti, discoteche. “Davanti ai carabinieri, sbagliando, mi ero messo un po’ paura – si e’ giustificato il teste – Non e’ che i carabinieri mi chiamano tutti i giorni… Io andavo con lui, lo accompagnavo a questi eventi, e l’ho visto incassare tanti soldi in contanti. In una serata potevamo guadagnare anche 20mila euro”. Invitato a fare esempi su un locale dove Corona sarebbe stato pagato in nero, dopo molti “non ricordo”, il teste ne individua uno: “In una locale a Verona per milf (“donna di una certa eta’”)”. Infine, davanti ai giudici del Tribunale di Milano, e’ comparso un terzo teste, proprietario di una stazione di servizio a Giulianova e padre di un giovane motociclista. “Per farlo conoscere ho versato con assegno 2000 euro a Corona perche’ facesse con lui un servizio fotografico per un giornale”. Nel corso della deposizione, incalzato con piu’ domande, l’uomo, che aveva negato di avere dato “soldi in nero” nella sua prima versione durante le indagini, ha infine ammesso di avergli versato, attraverso un intermediario, altri soldi anche per una ‘comparsata’ del motociclista al ‘Maurizo Costanzo Show’. “Fare correre un figlio sulle moto costa tantissimo – cosi’ ha motivato il teste le sue passate reticenze – Volevo solo fare conoscere mio figlio, ma non lo faro’ mai piu’. Siamo persone perbene e ora ci troviamo in un’aula di Tribunale”. Giovedi’ prossimo e’ previsto l’interrogatorio in aula di Corona.

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