Coronavirus, Fondazione GIMBE: tre regioni non sono pronte

28 maggio 2020

Lombardia, Piemonte e Liguria non sarebbero ancora pronte ad affrontare una libera circolazione interregionale dopo l’allentamento del lockdown post-Covid 19 perché i dati epidemiologici sull’andamento del contagio non sono ancora rassicuranti. Lo sostiene uno studio indipendente della Fondazione GIMBE che tiene conto dell incidenza di nuovi casi e del numero di tamponi “diagnostici” tra il 4 e il 27 maggio 2020. Dallo studio si evince che a 23 giorni dall allentamento del lockdown, la a curva del contagio non è adeguatamente sotto controllo in Liguria, Piemonte e soprattutto Lombardia in cui si rileva la percentuale più elevata di tamponi diagnostici positivi e il maggior incremento di nuovi casi. Determinante, forse, una non corretta modalità di comunicazione dei dati sui guariti.

Il presidente Cartabellotta ne ha parlato nel corso di un’audizione alla 12esima commissione del Senato. “È evidente che questa modalità di trasmissione dati della Regione Lombardia ha distorto in maniera importante durante tutta la fase dell’epidemia la comunicazione sui guariti – ha spiegato – perché a quella colonna la Lombardia ha contribuito dal 45 al 60%, quindi il 60% dei guariti che ci raccontava il Tg1 come prima notizia, in realtà non erano guariti ma erano pazienti che dovevano essere sottoposti a isolamento domiciliare perché non erano guariti. E non è escluso che tutto questo abbia fatto abbassare la guardia e generato contagi anche intra-familiari legati anche alla falsa sensazione di comunicazione pubblica sui guariti che ha avuto un riflesso sia sulla gestione sanitaria che sulle decisioni di politiche sanitarie”.

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Tre i possibili scenari secondo GIMBE: il primo, più rischioso, riaprire la mobilità su tutto il territorio nazionale, accettando l’eventuale decisione delle Regioni del sud di attivare la quarantena per chi arriva da aree a maggior contagio; il secondo, un ragionevole compromesso: mantenere le limitazioni solo nelle 3 Regioni più a rischio, con l’opzione consentire la mobilità tra di esse; il terzo, più prudente, prolungare il blocco totale della mobilità interregionale, fatte salve le debite eccezioni attualmente in vigore.

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