Corruzione e peculato, arrestati vertici aeroporto Lamezia Terme. Quaranta perquisizioni

Corruzione e peculato, arrestati vertici aeroporto Lamezia Terme. Quaranta perquisizioni
11 aprile 2017

Con l’operazione “Eumenidi” la Procura di Lamezia Terme ha eseguito oggi un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip del locale tribunale, nei confronti dei vertici della Sacal spa, la società che gestisce l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, a prevalente partecipazione pubblica. In manette sono finiti il presidente Massimo Colosimo, il direttore generale Pierluigi Mancuso e la dirigente dell’Ufficio legale e Affari generali Ester Michienzi. Le indagini preliminari, condotte da Guardia di Finanza e Polizia di frontiera di Lamezia Terme, hanno portato ad accertare ipotesi di reato riguardo a peculato, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e millantato credito. Molte condotte illecite di cui sono accusati gli indagati riguardano la gestione del progetto “Garanzia giovani” finanziato con fondi pubblici e finalizzato a inserire in un tirocinio retribuito presso la Sacal alcuni giovani meritevoli rispondenti a precisi requisiti. Secondo gli inquirenti tramite pressioni indebite di ogni tipo, perpetrate anche da politici locali e dirigenti pubblici, sono stati selezionati solo amici e parenti degli indagati attraverso interventi sulle procedure di selezione previste dal bando pubblico.

E’ in corso di deliberazione un’ulteriore richiesta della Procura di applicazione della misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici nei confronti di altre 12 persone sottoposte ad indagini preliminari nella loro qualità di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio. Eseguite anche oltre 40 perquisizioni. Gli inquirenti hanno inoltre accertato numerosi episodi di peculato da parte della dirigenza della Sacal, concretizzatisi in viaggi, pranzi e soggiorni per scopi personali, effettuati presso strutture ricettive di lusso, con indebita imputazione dei relativi costi, spesso elevati, al bilancio della società a partecipazione pubblica. Sono emersi inoltre altri episodi illeciti relativi all’affidamento di “consulenze fantasma” per decine di migliaia di euro ed artefatte selezioni di personale per incarichi interni vari – tutti lautamente retribuiti con soldi pubblici – affidati a persone che, in generale, sono risultate in possesso di requisiti inferiori rispetto agli altri concorrenti illegittimamente esclusi, ricorrendo ad atti falsi. Secondo la Procura “le copiose acquisizioni documentali intervenute a seguito delle perquisizioni effettuate negli uffici della Sacal spa hanno confermato le ipotesi investigative, consentendo di individuare un contesto di malaffare nell’amministrazione della spesa pubblica e la gestione clientelare del mercato del lavoro in Calabria, con il consenso e la connivenza di esponenti della politica locale”.

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