Corruzione e turbativa d’asta, indagato assessore regionale e candidato Pd

Corruzione e turbativa d’asta, indagato assessore regionale e candidato Pd
L'assessore regionale pugliese all'Ambiente, Filippo Caracciolo, candidato del Pd alla Camera in un collegio uninominale
7 febbraio 2018

L’assessore regionale pugliese all’Ambiente, Filippo Caracciolo, candidato del Pd alla Camera in un collegio uninominale, e’ indagato per corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di una indagine della Procura di Bari su una gara d’appalto per 5,8 milioni di euro per la costruzione di una scuola media a Corato. L’indagine, nell’ambito della quale la guardia di finanza ha compiuto perquisizioni nell’ufficio e nell’abitazione di Caracciolo, e’ un filone dell’inchiesta sull’Arca Puglia che il 5 dicembre scorso ha portato, tra l’altro, all’arresto dell’imprenditore Massimo Manchisi, titolare dell’impresa che sarebbe stata favorita dall’intervento di Caracciolo. La notizia e’ riportata da alcuni quotidiani. Secondo l’ipotesi d’accusa, Caracciolo avrebbe indotto il presidente della commissione aggiudicatrice della gara, Donato Lamacchia, a favorire l’impresa di Manchisi, ottenendo da quest’ultimo la promessa di appoggio per le prossime elezioni. La gara d’appalto che la Procura di Bari ritiene sia stata turbata riguarda la costruzione della nuova sede della scuola media ‘Giovanni XXIII’ di Corato, vinta da un’associazione temporanea d’impresa di cui fa parte una societa’ ritenuta vicina all’imprenditore Massimo Manchisi. Secondo l’ipotesi accusatoria, l’appalto sarebbe stato alterato grazie all’interessamento dell’assessore Caracciolo che per favorire Manchisi, in cambio di un sostegno elettorale dell’imprenditore, avrebbe promesso il passaggio all’Arpa Puglia al presidente della commissione aggiudicatrice, Donato Lamacchia, dirigente dell’ufficio Lavori pubblici del Comune di Barletta.

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Per questo oltre a Caracciolo sono indagati per corruzione e turbativa d’asta l’ex dg dell’Arca Puglia, Sabino Lupelli, gia’ arrestato nell’indagine sulla gestione dell’ente che si occupa delle case popolari, i fratelli Amedeo e Massimo Manchisi e Lamacchia. Il coinvolgimento di Lupelli riguarderebbe un pranzo a cui questi avrebbe partecipato assieme a Manchisi e Caracciolo durante il quale si sarebbe discusso dell’appalto, la cui assegnazione e’ ora bloccata da un ricorso al Tar dall’impresa che si e’ classificata seconda. A Caracciolo la Gdf e’ giunta nell’ambito delle indagini su Arca Puglia che nel 5 dicembre scorso ha portato all’arresto di Lupelli, degli imprenditori Antonio Lecce e Massimo Manchisi, della cancelliera della Procura di Bari Teresa Antonicelli e dell’avvocato Fabio Mesto, e all’interdizione dell’imprenditore, Dante Mazzitelli. Per Lecce e Antonicelli, pochi giorni dopo l’arresto, la detenzione domiciliari e’ stata sostituita con l’interdizione. Stando alle indagini della Guardia di Finanza, coordinate dal pm Savina Toscani, gli imprenditori avrebbero corrotto l’allora dg con denaro, buoni benzina e altre utilita’ in cambio di pratiche favorevoli. Quando Lupelli seppe dell’indagine a suo carico, avrebbe poi tentato di ottenere informazioni, tramite il suo legale, l’avv.Mesto, dalla cancelliera Antonicelli promettendole in cambio una casa popolare piu’ grande.

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