Corte Strasburgo condanna l’Italia per Amanda Knox

24 gennaio 2019

L’Italia e’ stata condannata dalla Corte europea dei Diritti umani (Cedu) per violazione dei diritti della difesa nei confronti di Amanda Knox, l’ex studentessa americana imputata e poi assolta per l’omicidio della 22enne britannica Meredith Kercher, avvenuto nel 2007 a Perugia. Nel pronunciarsi sul ricorso della 31enne di Seattle, la Corte di Strasburgo ha rilevato che le fu negato l’accesso a un avvocato e non fu valutato il comportamento dell’interprete della polizia, che avrebbe “compromesso l’imparzialita’ dell’intero procedimento”. L’Italia dovra’ risarcire Amanda con 10.800 euro di danni morali, piu’ 8 mila euro di spese processuali. La Corte europea dei Diritti umani, pero’, ritiene di non avere le prove che dimostrino che sia stata sottoposta a un trattamento inumano o degradante, come denunciato. Nel ricorso si chiedevano 30 mila euro di risarcimento e piu’ di due milioni di euro per le spese sostenute dalla famiglia Knox per i processi in Italia. Amanda, che ha atteso insieme al fidanzato la sentenza arrivata mentre da lei, a Seattle, era ancora notte fonda, ha ringraziato i giudici per “aver riconosciuto la realta’ delle false confessioni”.

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“Ero sotto shock, mi ero offerta di aiutare la polizia di Perugia in qualunque modo avessi potuto”, ha ricordato in una dichiarazione riferendosi alle 53 ore di interrogatorio “senza un avvocato e in una lingua che capivo forse come una bambina di 10 anni”. “Non erano interessati al mio aiuto”, ha aggiunto Amanda, “erano determinati nel farmi crollare”. La sentenza riguarda il procedimento con cui la giustizia italiana aveva condannato la stessa Knox per calunnia e si riferisce in particolare a un interrogatorio del 6 novembre 2007, durante il quale la donna accuso’ il cameriere congolese di un pub (Patrick Lumumba) per l’omicidio di Meredith Kercher, studentessa britannica e coinquilina della Knox. Successivamente Lumumba fu assolto e Amanda fu condannata per calunnia a tre anni di reclusione.

La giovane americana aveva denunciato una serie di maltrattamenti subiti durante l’interrogatorio e la Corte le ha dato in parte ragione, sostenendo che Knox “non ha beneficiato di un’indagine capace di far luce sui fatti e su ogni responsabilita’”. Secondo la sentenza – che definisce Amanda “particolarmente vulnerabile” essendo all’epoca una “giovane donna, di 20 anni, non fluente in italiano” – Roma ha violato il diritto alla difesa durante quell’interrogatorio. L’avvocato italiano della ragazza, Carlo Dalla Vedova, ha detto che la decisione di Strasburgo “non e’ una grande sorpresa” perche’ “la Corte Suprema aveva gia’ detto che c’erano stati errori”.

“Questa e’ una delle ragioni per cui ho detto ad Amanda di andare a Strasburgo”, ha poi aggiunto il legale, definendo l’accaduto “probabilmente il piu’ grande errore legale degli ultimi anni in Italia”. L’omicidio Meredith e’ un giallo rimasto che ha appassionato e diviso le opinioni pubbliche in Italia, in Inghilterra e negli Usa. Un anno fa, il 27 gennaio 2018, la Corte di Cassazione aveva chiuso il caso assolvendo con formula dubitativa i due imputati principali, Amanda Knox e l’ex fidanzato Raffaele Sollecito, condannati in appello. In carcere resta un terzo studente, Rene’ Guede, condannato a 16 anni per l’omicidio. La Knox, che complessivamente e’ rimasta tre anni in carcere in Italia, in patria ha scritto un libro sulle sue disavventure giudiziarie ed e’ diventata molto popolare grazie al sostegno degli americani che da subito avevano sposato la tesi della sua innocenza.

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