Cresce l’attesa per la decisione Wto sui dazi Usa all’Europa, l’Italia la più colpita

Cresce l’attesa per la decisione Wto sui dazi Usa all’Europa, l’Italia la più colpita
1 ottobre 2019

Cresce l’attesa a Bruxelles per l’ufficializzazione da parte del Wto dell’entita’ delle compensazioni che gli Usa potranno chiedere all’Ue per gli aiuti illegali a Airbus. Compensazioni dall’ammontare record, anche se il dato e’ ufficioso, di 7 miliardi di euro. Gli occhi sono puntati sull’Ue e ci si domanda come reagira’ nel caso le cifre, e l’intenzione Usa di rivalersi pienamente, venissero confermate. Oggi la questione potrebbe diventare il principale argomento all’ordine del giorno del pranzo informale dei ministri del Commercio in programma a Bruxelles. L’incontro tra i ministri era gia’ ampiamente previsto, confermano fonti della presidenza finlandese. Ma non la coincidenza dei tempi con il calendario della disputa su Airbus. Nella capitale europea c’e’ la consapevolezza che gli Usa faranno passare poco tempo, al massimo una decina di giorni, prima di annunciare tariffe punitive.

Cosi’, un meeting all’origine privo di questioni cruciali all’ordine del giorno (riforma del Wto, il rapporto sull’applicazione dei trattati commerciali da pubblicare a meta’ ottobre e la procedura per finalizzare il trattato con i Paesi del Mercosur), potrebbe guadagnare un’inaspettata sostanza politica. Soprattutto se il Wto pubblicasse il suo documento. La pressione monta anche sulla Commissione europea, che negozia a nome dei Ventotto nel commercio globale. Non si tratta solo di cercare di evitare i dazi sui prodotti dell’Unione, ma di scongiurare l’escalation. La sensazione diffusa nei palazzi Ue e’ che gli americani vogliano imporre dazi subito per poi trattare da una posizione di forza. I produttori Ue stanno gia’ affrontando le tariffe statunitensi per l’acciaio e l’alluminio, nonche’ la minaccia da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di penalizzare le auto e i pezzi di ricambio. Per scongiurare questo rischio, Trump e il presidente della Commissione Jean Claude Juncker nel luglio 2018 presero impegni per avviare un negoziato per un reciproco taglio delle tariffe sui prodotti industriali.

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Ma ad oltre un anno dall’annuncio, le trattative non avanzano in modo sostanziale. La vicenda Airbus risale a 15 anni fa, quando gli Stati Uniti presentarono reclamo al Wto contro l’Ue per aiuti di Stato illegali. In questo tipo di controversie, per evitare lo scontro le parti di solito trovano un accordo prima del giudizio finale. Ma stavolta gli Usa hanno annunciato di voler andare fino in fondo, con tariffe su prodotti europei che con tutta probabilita’ andranno a colpire non solo aerei e parti di aerei prodotte in Germania, Francia, Regno Unito e Spagna – ovvero il consorzio Airbus – ma altri settori economici e altri Paesi Ue, come l’agroalimentare e il made in Italy.Ed è proprio il settore agroalimentare, soprattutto quello italiano, a rischiare di pagare un conto salato. “E’ paradossale – sottolinea il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – che l’agroalimentare made in Italy rischi di essere il settore piu’ colpito nonostante risulti completamente estraneo alla querelle correlata ad un progetto franco tedesco, a cui si sono aggiunti Spagna e Gran Bretagna.

Per il nostro food&wine gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco fuori dai confini europei. La nuova lista di prodotti europei da colpire, con aumenti di tariffe fino al 100%, rischia di frenare pesantemente la crescita del Made in Italy su quel mercato top. Solo per il sistema Grana Padano il danno e’ quantificabile in circa 270 milioni di euro. Il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri ricorda che “il mercato statunitense assorbe circa il 30% dell’export agroalimentare italiano diretto ai Paesi Extra Ue (che ammonta a 14,5 miliardi). Ora si temono perdite ingenti alle esportazioni di tutte le nostre produzioni di formaggi Dop (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Pecorino, Asiago) e rischierebbe di avere ripercussioni su tutte le esportazioni italiane negli Usa, che ammontano a 4,2 miliardi di euro, colpendo prodotti come vino, salumi, olio d’oliva, pomodori e pasta”.

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“L’Italia – e’ il grido d’allarme del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – rischia di essere tra i Paesi piu’ colpiti dai dazi Usa. Il Made in Italy e’ un marchio vincente ma viaggiamo al di sotto delle nostre potenzialita’. Abbiamo assoluto bisogno di mercati aperti e di libera concorrenza”. Giansanti ha ricordato che, con un fatturato che supera i 140 miliardi di euro, quello alimentare e’ il secondo settore manifatturiero in Italia e che circa un quarto del fatturato deriva dalle esportazioni, aumentate del 25% nel periodo 2013-2018. Il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova ha chiesto, in una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio che sia “tutto il governo a muoversi per provare a sminare questa situazione che mette in serio pericolo posti di lavoro, imprese, famiglie di interi territori”. Nei mesi scorsi gli Usa hanno chiuso la porta ai diversi tentativi dell’esecutivo Ue di trovare un accordo. In luglio la Commissione aveva presentato una serie di proposte concrete sulla produzione aerospaziale, facendo leva anche sul fatto che dalla prossima primavera potra’ applicare lo stesso tipo di compensazioni sulla base del pronunciamento Wto contro l’americana Boeing.

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