Crolla ponte Morandi su autostrada Genova. Finora 20 vittime accertare, anche una bambina. A fuoco abitazione, donna 75enne intossicata. I tecnici: “E’ stato progettato male”

14 agosto 2018

(15.38) Un pezzo del viadotto Polcevera, noto come ponte Morandi, sulla A10 e’ crollato. Ci sono persone e auto sotto le macerie del Ponte Morandi crollato per il maltempo. Sono al momento venti le vittime accertate, tra cui una bambina di circa 10 anni, come ha riferito Sergio Caglieris, direttore della centrale operativa del Nue di Genova. Decine di feriti, invece, sono stati estratti dalle macerie, di cui quattro molto gravi. Alcuni feriti estratti dalle macerie sono stati già trasportati in elisoccorso ai locali ospedali.

In particolare, una donna di circa 75 anni e’ rimasta intossicata dal fumo dopo l’incendio che ha interessato la sua abitazione dopo il crollo del Ponte Morandi. La donna e’ in camera iperbolica al San Martino di Genova. Altri due i feriti ricoverati nello stesso ospedale in seguito al cedimento del ponte: un ragazzo di circa 30 anni con un importante trauma toracico drenato e un grave trauma cranico, e’ molto grave. Un terzo ferito e’ un uomo di 46 anni della Repubblica Ceca, arrivato al pronto soccorso in codice giallo. L’ospedale e’ in attesa di un quarto ferito appena estratto. Le auto presenti nella zona del crollo sono state tutte allontanate, spiega la Protezione civile. Diverse le abitazioni evacuate in via precauzionale, perche’ limitrofe al luogo del disastro.

 

“Tutte le forze della polizia stanno convergendo sul luogo per i soccorsi” ha riferito Laura Perrotta portavoce della Questura di Genova, “la situazione è difficile: le immagini sono eloquenti. Tutti gli operatori in servizio stanno portando aiuto”.

Al momento non si hanno ulteriori informazioni. Secondo la Protezione civile, una trentina di automezzi sono caduti giù dal ponte crollato, circa duecento metri. Anche le squadre cinofile e Usar, gli esperti di ricerca e soccorso tra le macerie urbane, sono state attivate dai vigili del fuoco. Il ponte rappresenta una delle arterie principali del nodo viario genovese. Dalle 11.40, frattanto, e’ interrotta la linea ferroviaria da Genova-Bolzaneto a Genova Piazza Principe, via Granarolo, via Sussidiaria e via Bastioni, e anche quella da Sestri Ponente a Genova Bolzaneto. La Protezione Civile di Genova ha istituito un istituito un numero verde 800.640.771 per informazioni e notizie mentre la Prefettura di Genova ha istituito 2 numeri dedicati per informazioni e segnalazioni di eventuali persone disperse: 010/5360637 e 010/5360654.

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E’ stato costruito tra il 1963-1967

Il “Ponte Morandi” crollato a Genova e’ stato costruito tra il 1963-1967, anno in cui fu inaugurato. La campata maggiore aveva una lunghezza di 210 metri su una lunghezza totale dell’opera di 1.182 metri. La tecnologia costruttiva e’ quella del calcestruzzo armato precompresso. Le pile hanno forma di cavalletto rovesciato bilanciato e un’altezza di 90 metri. Gli stralli sono trefoli in acciaio rivestiti di calcestruzzo.

Secondo quanto si legge sul sito ingegneri.it il ponte sul Polcevera fu progettato da Riccardo Morandi nei primi anni ’60. Morandi, romano legato al razionalismo costruttivo di fine ‘800, brevetto’ un sistema di precompressione denominato “Morandi M5” che applico’ a diverse sue opere, tra cui il consolidamento di un’ala dell’arena di Verona nel 1953. Cio’ che rese famoso Morandi, pero’, e’ la struttura del ponte a cavalletti bilanciati che riassume l’unione tra la trave precompressa isostatica e le strutture strallate.

Questa soluzione la si ritrova nel ponte genovese sul Polcevera ma anche sul piu’ lungo e precedente Ponte General Rafael Urdaneta sulla baia di Maracaibo (Venezuela), lungo 8,7 chilometri con 135 campate, di cui solo le 6 centrali con schema statico strallato. Questo ponte crollo’ quando nell’aprile 1964 la petroliera Exxon Maracaibo, da 36.000 tonnellate a pieno carico, in uscita dalla laguna di Maracaibo, ebbe un guasto elettrico che la rese ingovernabile e urto’ le pile 30 e 31, ad oltre 600 metri di distanza dalle campate progettate per il passaggio del traffico navale. L’impatto fu di tale violenza che fece crollare completamente le due pile trascinando in mare ben tre campate consecutive del ponte. Questo tipo di evento non era stato preso in considerazione durante la progettazione.

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