Csm, 8-9 dicembre voto per sostituire togato dimesso

Csm, 8-9 dicembre voto per sostituire togato dimesso
Luca Palamara
25 settembre 2019

Falciato dalle dimissioni di cinque dei suoi componenti per il cosiddetto scandalo delle nomine, emerso dalle intercettazioni dell’inchiesta di Perugia per corruzione sul pm romano Luca Palamara, il Csm tornera’ alla sua composizione piena alla fine dell’anno. Il 6 e 7 ottobre si terranno le elezioni suppletive per sostituire due dei dimessi che erano stati eletti nel collegio destinato ai pm. E a distanza di due mesi, l’8 e il 9 dicembre prossimi, i magistrati torneranno alle urne per eleggere un nuovo consigliere togato della quota giudici. Il voto di dicembre e’ stato indetto oggi dal capo dello Stato Sergio Mattarella, che del Csm e’ il presidente. E servira’ a sostituire l’ultimo dei consiglieri che ha lasciato Palazzo dei marescialli, Paolo Criscuoli, di Magistratura Indipendente e che ora tornera’ a fare il giudice a Palermo, come ha deliberato il plenum.

Cosi’ a dicembre il Csm tornera’ al completo, anche perche’ intanto sara’ stato nominato anche il nuovo Pg della Cassazione, componente di diritto del Consiglio superiore della magistratura, in sostituzione di Riccardo Fuzio, che ha anticipato il pensionamento dopo essere stato indagato dalla procura di Perugia per rivelazione del segreto d’ufficio. I consiglieri che si sono dimessi sono quelli che parteciparono il 9 maggio scorso a un incontro organizzato da Palamara con Luca Lotti e Cosimo Ferri sul “risiko” delle nomine ai vertici delle procure. Sono finiti tutti sotto procedimento disciplinare (uno solo, Luigi Spina, e’ anche indagato dalla procura di Perugia) con l’accusa di aver influenzato in maniera occulta le decisioni della Commissione per gli incarichi direttivi di Palazzo dei marescialli, a partire dalla proposta per la nomina del procuratore di Roma.

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All’elezione di dicembre non c’era alternativa dopo la rinuncia a subentrare a Criscuoli del presidente del tribunale di Vasto, Bruno Giangiacomo, comunicata qualche giorno fa al capo dello Stato e di cui ha preso oggi atto il Csm. Era stato il suo stesso gruppo di riferimento, Area, a fare pressing su Giangiacomo perche’ non approdasse a Palazzo dei marescialli. Motivo, la pendenza di una vicenda disciplinare, del tutto estranea al caso che ha travolto gli ex consiglieri. Per le elezioni di ottobre i candidati sono 16. Tra loro ci sono Nino Di Matteo, che ha da tempo lasciato la procura di Palermo per la Direzione nazionale antimafia, e il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano, pm nel processo all’esponente radicale Marco Cappato, che si autodenuncio’ dopo aver accompagnato il dj Fabo in una clinica svizzera per il suicidio assistito.

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