Dai vulcani sottomarini eruzioni cicliche e puntuali

Dai vulcani sottomarini eruzioni cicliche e puntuali
9 febbraio 2015

Sono più di 10 mila, nascosti sotto il pelo dell’acqua, alcuni alti anche più di 4.000 metri e, a quanto pare, eruttano ciclicamente e con regolarità. Sono i vulcani sottomarini, gigantesche gole di fuoco – il più grande, il Tamu, nel Pacifico orientale si estende su un’area grande quasi come l’Italia – che fabbricano nuova crosta terrestre in corrispondenza di dorsali oceaniche e zone di subduzione, là dove le zolle tettoniche scorrono una sull’altra reimmergendosi nel mantello per fondersi e, un domani, riemergere ancora in forma di gas e lava.
Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Earth Institute, presso la Columbia University, e appena pubblicato sulle colonne delle Geophysical Research Letters – si legge in un articolo pubblicato da Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di Astrofisica – spiega come il fenomeno delle eruzioni sottomarine segua cicli sorprendentemente regolari: da un’emissione ogni due settimane a fenomeni più rari e che tuttavia si ripetono puntualmente ogni 100 mila anni.

OROLOGIO BIOLOGICO Ma c’è di più: i vulcani sottomarini preferiscono la prima metà dell’anno solare e le loro eruzioni si concentrano in modo quasi esclusivo fra i mesi di gennaio e luglio. A regolare l’orologio biologico dei vulcani sottomarini è il percorso celeste fatto dal pianeta Terra lungo la sua orbita attorno al Sole. Si tratta di un fenomeno che certo contribuisce anche a innescare oscillazioni climatiche naturali. Secondo gli scienziati della Columbia University la quantità di anidride carbonica emessa in mare direttamente, e indirettamente nell’atmosfera terrestre, sarebbe in grado di influenzare in maniera non trascurabile il clima globale.”Non possiamo continuare a ignorare l’azione svolta dai vulcani sottomarini, il ruolo che ricoprono non è né piccolo né trascurabile come ci hanno abituato a pensare”, spiega Maya Tolstoy, geofisica marina del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, fra i firmatari dell’articolo.

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CICLI MILANKOVITCH “I vulcani sottomarini punteggiano i fondali oceanici in corrispondenza delle dorsali come le cuciture su una palla da baseball. 37 mila chilometri di ferite aperte nel mantello terrestre che ogni anno producono una quantità di lava otto volte superiore a quella che possiamo vedere con i nostri occhi, in superficie, eruttata dai vulcani terrestri. Qualcosa come 88 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, – scrive Media Inaf – secondo i calcoli presentati dai ricercatori”. È convinzione diffusa fra un certo numero di geologi che l’orologio biologico dei vulcani sottomarini sia regolato sui cicli di Milankovitch – un cambiamento costante dell’orbita seguita dalla Terra attorno alla sua stella con modifiche periodiche a inclinazione e direzione dell’asse – responsabili dell’altalenarsi di periodi caldi e freddi. Il principale di questi cicli segue un periodo di 100 mila anni dove il nostro pianeta assume posizioni più vicine e più lontane rispetto al Sole. Ma il dibattito è aperto. Il punto vero – conclude Media Inaf – è che le eruzioni sottomarine sono quasi impossibili da osservare e monitorare. Cosa che, tuttavia, non ha impedito a Tolstoy e compagni di seguire da vicino dieci siti sottomarini e utilizzare nuovi e sofisticati strumenti sismici per raccogliere una mole di dati fondamentali a produrre nuove mappe, ad alta risoluzione, che mostrino il profilo delle colate laviche di oggi e di ieri.

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