Ddl Zan, scoppia caso Fedez al concertone del Primo Maggio

Ddl Zan, scoppia caso Fedez al concertone del Primo Maggio
2 maggio 2021

Fedez e il concerto del Primo maggio, il caso – tra Twitter e denunce di censura – irrompe nel dibattito politico. Al Concertone il rapper ha attaccato la Lega per l’ostruzionismo al ddl Zan contro l’omofobia. Sui social, con video pubblicati su Twitter e Instagram, l’artista ha denunciato il presunto tentativo di censura della Rai. Da ieri sera, i temi sono diventati argomento di discussione per tutta la politica. Una polemica tutta interna alla sinistra taglia corto Matteo Salvini.

In pratica, Fedez sul palco del Primo Maggio, in diretta televisiva, attacca il senatore leghista Ostellari, reo di osteggiare il Ddl Zan, e tutta la Lega. In un attimo scoppia il caso politico. Il rapper al tradizionale Concertone si fa portavoce del disegno di legge contro le discriminazioni di genere. Nel suo monologo spiega che “Ostellari ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, che è stato già approvato alla Camera come Ddl Zan può tranquillamente essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza”. Poi Fedez ha ricordato una serie di dichiarazioni che nel corso degli ultimi anni sono state rese da esponenti leghisti. Il cantante ha anche sottolineato che la Rai aveva provato a censurare il suo intervento.

“Ci aspettiamo scuse dalla Rai, un chiarimento. Io voglio ringraziare Fedez, il fatto che uno come lui parli di questi temi rende possibile di rompere questo tabù” visto “che sembra che non si può parlare di diritti perché siamo in pandemia”, dice Enrico Letta, segretario del Pd, spiegando che “sono perfettamente d’accordo con le sue parole”. Voci di consenso anche dall’area del Movimento 5 Stelle. “Io sto con Fedez. Nessuna censura”, scrive su Facebook Giuseppe Conte, postando una foto dell’artista. Mentre Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, afferma: “Conosco Fedez da tempo, oltre ad essere un cantante di grande talento è una persona che in tutto quello che fa ci mette sempre il cuore. Ogni artista deve avere la possibilità di esibirsi liberamente, esprimendo le proprie idee e mostrando la propria arte. La musica è qualcosa di profondo che molto spesso ci permette di capire e affrontare problematiche legate alle persone e alla nostra società”, scrive. “La musica è libertà – prosegue il post – trasmette emozioni e ci aiuta a comprendere, analizzare, maturare. Penso che il rispetto sia la cosa più importante e stia alla base di tutto, significa saper accettare le critiche e le idee diverse dalle nostre. E un Paese democratico non può accettare alcuna forma di censura”, conclude Di Maio.

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Il clima era caldo ancor prima dell’esibizione di Fedez. Matteo Salvini si era augurato apertamente che non ci fossero comizi di sinistra. “Il concertone costa circa 500.000 euro agli italiani, sarebbero fuori luogo”, ha detto il segretario del Carroccio. Anche in questo caso, pronta la risposta di Fedez: “Vado gratis e pago i miei collaboratori che non lavorano da un anno”, specificando che si assumeva “ogni responsabilità” sul suo monologo e rivendicando la libertà di espressione di un artista sul palco. Dopo l’intervento del cantante, Salvini ha replicato a Fedez su Facebook: “Adoro la Libertà. Adoro la musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. E’ già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. E’ già così. Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti”.

Nel Pd e nel M5S c’è anche chi chiede le dimissioni dei vertici Rai. “C’è poco da discutere, si colga questa occasione per fare ciò che finora non si è stati capaci di fare: siano rimossi i responsabili di questo scempio e si dia al servizio pubblico la dignità necessaria all’informazione di un paese civile! Un sincero grazie a Fedez per aver denunciato, non è da tutti”, scrive su Facebook Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e deputato del MoVimento 5 Stelle, postando la telefonata dei vertici Rai al cantante. Viale Mazzini ha prima smentito con una nota di Rai3 condivisa dall’ad Fabrizio Salini, poi il presidente Marcello Foa ha a sua volta spiegato in un comunicato che il testo del monologo non era stato sottoposto alla sua approvazione come è consuetudine. “Rai 3 ha spiegato di non aver mai censurato Fedez, nè altri artisti, nè di aver chiesto testi per una censura di qualsiasi tipo: questo deve essere chiaro, senza equivoci e non accettiamo strumentalizzazioni che possano ledere la dignità aziendale dei suoi dipendenti”. Così in una nota in merito all’intervento di Fedez al Concerto del Primo Maggio, l’ad Rai Fabrizio Salini. Il dirigente scrive che non esiste e non deve esistere alcun sistema.

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Fedez nella tarda serata ha pubblicato un video su Twitter in cui riprende una telefonata con la vice direttrice di Rai3 e con i suoi collaboratori. Salvini ha commentato: “Un cantante di sinistra litiga coi vertici Rai di sinistra. Così è. L’Italia se ne farà una ragione”. Il funzionario Rai spiega a Fedez che “non è editorialmente opportuno in quel contesto…”, il rapper argomenta: “Editorialmente? Io sono un artista, io salgo sul palco e dico quello che voglio e mi assumo le responsabilità di ciò che dico. Le asserzioni che riporto nel mio testo sono consiglieri leghisti che dicono `se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno´, perché non posso dire che un consigliere leghista in pubblica piazza ha detto che un figlio gay lo brucerebbe nel forno? Perché non posso dirlo?”.

Fabrizio Marrazzo Portavoce Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale, ha spiegato: “La telefonata dei dirigenti di Rai 3 a Fedez è sconcertante, intervenga la Vigilanza Rai contro la censura, i diritti civili ed il rispetto per le persone Lgbt non sono mai inopportuni – dichiara – quanto accaduto dimostra che la politica deve essere lontana dalla Rai, chiediamo che venga fatta piena luce e verificati quanti altri episodi simili sono accaduti e non ne siamo a conoscenza. Piena solidarietà a Fedez”. Il deputato Pd Alessandro Zan, primo firmatario del disegno di legge contro l’omotransfobia, scrive su Twitter: “Il coraggio di Fedez al Concertone dà voce a tutte quelle persone che ancora subiscono violenze e discriminazioni per ciò che sono. Il Senato abbia lo stesso coraggio ad approvare subito una legge per cui l’Italia non può più attendere. Grazie Fedez #1maggio”.

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Fedez al Concertone del primo maggio, oltre a schierarsi apertamente in favore del Ddl Zan, ha chiesto un intervento in favore dei lavoratori dello spettacolo. “Caro Mario – ha detto riferendosi al presidente del consiglio – capisco che il calcio è fondamentale per il gran numero di lavoratori che coinvolge ma non dimentichiamo che il numero dei lavoratori nello spettacolo si equivale. Qualche parola in difesa di un settore decimato da questa emergenza e regolato da normative risalenti agli anni Quaranta non sarebbe male. Come si è opposto alla Superlega sarebbe gradito un suo intervento per il mondo dello spettacolo”.

Lodo Guenzi, con un post su Instagram, si schiera dalla parte di Fedez nel confronto a distanza con la Rai e non solo: “Sono fiero di quello che ha detto Federico su un palco che per me è casa e che ha senso di esistere per trasmettere dei messaggi. Ieri si è parlato di politicamente corretto, ed è vero che la discriminazione non è nelle parole ma nelle intenzioni. Ma non è vero che siamo tutti uguali. Questo Paese e la sua classe politica sono ancora in larga parte razzisti e omofobi, e questo è vergognoso. Non ha senso parlare di quanto sia legittimo o illegittimo usare parole scorrette fino a quando non faremo in modo di evitare che gli omosessuali vengano menati e offesi, e gli stranieri schiavizzati e lasciati annegare. Questa è la cosa difficile da dire, l’unica scorretta agli occhi di chi governa”.

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