De Andrè, esce raccolta di brani “Tu che m’ascolti insegnami”

24 novembre 2017

Nasce dalla volontà di valorizzare il patrimonio musicale lasciato da Fabrizio De Andrè “Tu che m’ascolti insegnami”, la nuova raccolta con i brani rimasterizzati in alta definizione 24bit/192Khz dai master analogici originali in studio del cantautore. Il progetto si è tradotto in 4 cd, ma è disponibile in tre versioni. A presentarlo in conferenza stampa c’era la moglie Dori Ghezzi, insieme a Morgan, che ha definito De Andrè “il padre della canzone italiana”. Ad accompagnare l’uscita è il nuovo video de “Il pescatore” con la regia di Stefano Salvati. “Ho accolto questo progetto perché in qualche modo si va a recuperare la naturalezza originale del master adottando questa nuova tecnologia che li fa ascoltare in risoluzione molto alta, senza tradire lo spirito originale”.

Le canzoni sono state raggruppate in modo originale con quattro diverse raccolte: “Femmine un giorno e poi madri per sempre” ovvero l’amore e l’universo femminile, “Il polline di Dio, di Dio il sorriso” cioè la spiritualità e il sogno, “Dev’esserci un modo di vivere senza dolore” cioè guerra e pace, potere giustizia e libertà, e “Sotto il vento e le vele” cioè l’infanzia, la vita e oltre. “Fabrizio ha sempre puntato e lavorato molto sulla parola, non necessariamente acculturata ma che arrivasse. Laddove lui ha inventato l’idea del concept album ho cercato di smembrare questi concetti redistribuendo il tutto e creando altri concept perché non necessariamente alcune canzoni che appartenevano a quel disco potevano essere relegate solo lì”.

Così è stato per “Princesa” che è finita nell’argomento amore, così come “Andrea” mentre la Buona novella non è finito tutto dentro l’argomento religioso. A febbraio andrò in onda “Il principe libero”, la fiction che racconta il primo periodo della vita di De Andrè fino alla fine degli anni Ottanta: centrali nel racconto sono dunque la formazione del cantautore, la famiglia, il luogo dove ha vissuto e le persone che ha incontrato in quella fase, compresi gli amici Luigi Tenco e Paolo Villaggio. Il protagonista è Luca Marinelli. “È stato talmente bravo pur avendo a disposizione non tanto materiale, perché di Fabrizio anche visivamente c’è molto poco, l’archivio è scarso, attraverso poche foto e frammenti di repertorio è riuscito veramente a somigliargli, per come parla e signore. Mi domando dove sarebbe arrivato se l’avesse conosciuto”.

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