Debutta legislatura tra schede bianche e stoccate Napolitano

Debutta legislatura tra schede bianche e stoccate Napolitano
Il presidente emerito, Giorgio Napolitano
23 marzo 2018

Seconda fumata nera al Senato per l’elezione del nuovo presidente. Annamaria Bernini di Forza Italia ha ottenuto 57 voti alla seconda votazione. Le schede bianche sono state 255. Hanno ottenuto un voto a testa anche Giorgio Napolitano e Roberto Calderoli. Due preferenze per Emma Bonino. Dunque, tutto rinviato a domani alla terza votazione dalla quale usciranno i due candidati al ballottaggio. Nella quarta votazione, invece, chi avrà ottenuto più voti sarà il nuovo presidente del Seanato. Intanto, la diciottesima legislatura si è aperta alla Camera e al Senato con un tripudio di schede bianche per l’elezione dei presidenti. Segno inequivocabile che manca l’accordo tra le forze politiche e che, come ha detto il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, tutto è ancora “aperto”. Ma le aule, dopo la campagna elettorale, sono tornate ad essere popolate da deputati e senatori e i primi discorsi sulla nuova legislatura, entrambi non rituali, sono stati quelli di Giorgio Napolitano al Senato e Roberto Giachetti alla Camera. Dall’ex capo dello Stato, che guida i lavori al Senato in questi due giorni, una impietosa analisi del voto del 4 marzo che ha rappresentato “uno spartiacque” a favore dei movimenti e a danno dei partiti tradizionali, Pd in testa, percepiti dagli elettori come “lontani e chiusi”. Inoltre, proprio davanti all’ex premier e segretario dem Matteo Renzi – che stamani ha preso posto per la prima volta nei banchi del Senato con a fianco Teresa Bellanova e Francesco Bonifazi – Napolitano non ha risparmiato stoccate perché l’esito elettorale “ha mostrato quanto poco avesse convinto l’auto-esaltazione dei risultati ottenuti negli ultimi anni da governi e da partiti di maggioranza”.

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Le bussole per la formazione del governo, ha ribadito Napolitano, sono rispettare l’espressione della volontà popolare e le prerogative del Capo dello Stato – che dal Colle ha seguito in diretta tv i discorsi e l’avvio dei primi adempimenti – nel quale è riposta la massima “fiducia”: va tenuto presente l’interesse dell’Italia che non può che essere restare “ancorata” all’Europa. No, poi, a qualunque indulgenza verso la violenza perchè, ha ricordato Napolitano, “il confronto politico va tenuto libero da qualsiasi nostalgia o indulgenza verso il regime della violenza che col fascismo ha dominato per vent`anni l’Italia”. Giachetti, da parte sua, ha ribadito che la “campagna elettorale è finita” e ha lanciato un appello che in qualche modo è anche un’autocritica per la classe dirigente: “La politica è bella. Facciamo in modo che smetta di essere un bersaglio e torni ad essere percepita come vero orizzonte di speranza”. Al Senato già da domani – alla terza votazione che prevede la maggioranza dei presenti al voto – la partita per l’elezione del presidente entrerà nel vivo. Il centrodestra ha annunciato che punterà compatto sulla candidatura di Paolo Romani per la presidenza. Ma comunque vada a Palazzo Madama alla quarta votazione, che si dovrebbe tenere nel pomeriggio di domani, un presidente sarà eletto: ci sarà il ballottaggio tra i due più votati del terzo scrutinio e vincerà chi prende più voti. Alla Camera il quadro è anche più complesso, al punto che al momento non è stato deciso il calendario delle votazioni, al di là della seconda di oggi che inizierà alle 15,30.

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Secondo quanto si è appreso, poi, sarebbe giunta dal Movimento cinque stelle la richiesta di procedere con una terza votazione già oggi a Montecitorio in modo da effettuare successivamente la quarta votazione alla Camera con un quadro più delineato al Senato. “Ci saranno i presidenti per sabato pomeriggio, il mio auspicio è questo. Se tutti fanno quello che ha fatto la Lega, e cioè un passettino indietro, si chiude”, è la convinzione del leader della Lega Matteo Salvini, secondo il quale “il M5s sbaglia” a non voler parlare con Silvio Berlusconi, “perché chiunque è stato votato dagli italiani è un interlocutore”. Intanto M5s continua a rivendicare, con il suo leader Luigi Di Maio, la presidenza della Camera come partito più votato e “nelle prossime ore” terrà ancora contatti con gli altri partiti, a cominciare da Lega e Pd. “Ho sentito più volte sia Matteo Salvini che Maurizio Martina in questi giorni, con loro continueremo a parlare – ha detto Di Maio parlando ai parlamentari Cinquestelle -. Una soluzione la troveremo. Nella giornata di oggi vi chiedo di stare sempre pronti, potremmo doverci riunire più volte. Potremmo dover cambiare il nostro modo di votare – non credo nella giornata di oggi, ma vediamo”.

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