Dell’Utri: non chiedo la grazia ma giustizia. Cuffaro: “Lo Stato si un padre e non un patrigno”

Dell’Utri: non chiedo la grazia ma giustizia. Cuffaro: “Lo Stato si un padre e non un patrigno”
L'ex senatore di Fi, Marcello Dell'Utri
10 dicembre 2017

Marcello Dell’Utri non vuole la grazia ma “giustizia”. E’ quanto scrive in una lettera inviata al Tempo nella quale chiede al direttore del quotidiano di “non prendere né far prendere iniziative di tipo politico che poi dovrei sconfessare. Mi riferisco soprattutto ad una ventilata domanda di ‘grazia’: non è quello che vorrei mai ottenere. Io chiedo che si faccia piuttosto domanda di ‘giustizia’, se possibile. La grazia mi arriverà, purtroppo a scoppio ritardato, dalla giustizia di Strasburgo”. “Non mi piacciono gli atti di pietà quando si possono compiere atti di vera umanità e di sostanziale giustizia. Riserviamo la grazia a quanti sono detenuti ingiustamente e patiscono mali morali oltreché materiali, e sono tanti, alcuni li conosco anch`io qui a Rebibbia”. Dell’Utri conclude la lettera sostenendo di avere “più fiducia nella giustizia, complessivamente intesa, che nella politica, specie quella cui stiamo assistendo in questi anni, impotente di far valere la sua alta missione di regolatrice della vita democratica del nostro Paese”. Per la scarcerazione dell’ex senatore a causa del suo stato di salute, scende in campo, Totò Cuffaro che proprio a Rebibbia è stato recluso per una condanna per mafia. “Lo Stato per i suoi figli, tutti, è padre e come tale deve comportarsi – afferma l’ex governatore della Sicilia -. E non come un patrigno, privo di umanità e sensibilità. Le istituzioni che lo rappresentano devono saper cogliere questo nobile significato aggiunge -. Il carcere, secondo la nostra Costituzione, deve avere un valore rieducativo e mirare al reinserimento del reo nella società e non rappresentare una punizione fine a se stessa. Lo Stato e, in questo caso, la magistratura di sorveglianza, credo debbano restituire il cittadino Marcello Dell’Utri alla sua casa perché possa curarsi e continuare, accompagnato dall’amore della sua famiglia, il suo processo di rieducazione e risocializzazione”.

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Per Cuffaro, “solo in questo modo la giustizia darà valore al significato che la nostra Costituzione assegna alla pena. So cos’è la sofferenza del carcere e per questo prego perché la nostra giustizia, nella quale ostinatamente continuo a credere ed a affidarmi, possa rivedere la sua decisione e consentire a Dell’Utri di scontare la sua pena in detenzione a casa”, conclude l’ex governatore. Se Marcello Dell’Utri è malato come viene descritto non può stare in carcere, secondo Pier Luigi Bersani, sottolineando che “C’è un concetto che si chiama umanità”. C’è anche l’intervento du Pier Ferdinando Casini: “Marcello Dell’Utri non ha certamente diritto a privilegi, ma non puo’ nemmeno essere penalizzato rispetto a tutti gli altri. Il sistema carcerario deve prevedere un principio di umanita’ che e’ punto di riferimento di ogni Stato di diritto. Un malato grave deve essere assistito nel modo migliore e per questo mi auguro che Dell’Utri possa curarsi ai domiciliari”, conclude il presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario.

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