Derive xenofobe e sbarchi “occulti”, l’allarme dei servizi segreti italiani

Derive xenofobe e sbarchi “occulti”, l’allarme dei servizi segreti italiani
28 febbraio 2019

Il rischio di derive xenofobe in vista delle Europee, la capacita’ di Daesh (acronimo arabo equivalente a Isis, ma percepito come dispregiativo) di reagire alle sconfitte militari, la ripresa degli “sbarchi occulti”, il moltiplicarsi degli attacchi informatici. Sono solo alcune delle minacce individuate dai Servizi di informazione e sicurezza nella Relazione 2018 al Parlamento. Ecco i punti salienti del rapporto.

ULTRADESTRA VITALE – L’ultradestra si e’ caratterizzata “per una pronunciata vitalita’” e per un “attivismo, di impronta marcatamente razzista e xenofoba”. Tutto questo “potrebbe aver concorso ad ispirare taluni episodi di stampo squadrista, oltre che gesti di natura emulativa, e potrebbe conoscere un inasprimento con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale europeo”. Gli 007 segnalano anche un altro pericolo, quello che “l’accentuata propensione allo scontro” finisca con l’aggravare la conflittualita’” tra destra radicale e antifascisti, “con una possibile intensificazione di provocazioni, aggressioni e reazioni in grado di generare criticita’ sul piano dell’ordine pubblico”.

DAESH NON SI ARRENDE – Nonostante la perdita di territorio, combattenti e figure di rilievo, “Daesh si e’ mostrato ancora in grado di ispirare attacchi in Europa”. La minaccia jihadista, in realta’, non avrebbe “mai conosciuto flessioni”, confermandosi “come molto articolata e dalle radici profonde”. Il web resta lo spazio preferito “in cui condividere o delineare progettualita’ ostili e fare proselitismo, scambiare materiale apologetico e veicolare istanze radicali antioccidentali”: tra i suggerimenti operativi veicolati online figurano “reiterati appelli all’impiego di droni e di sostanze chimiche per condurre attacchi terroristici in Occidente”. A meritare attenzione e’ anche il fenomeno dei cosiddetti “returnees”, i foreign fighters tornati in Europa: secondo le ultime stime, sarebbero 1.700. Ma al di la’ dei numeri, a preoccupare e’ “il profilo dei reduci, potenziali veicoli di propaganda e proselitismo, nonche’ portatori di esperienza bellica e di know-how nell’uso di armi ed esplosivi”.

GLI SBARCHI ‘OCCULTI’ – Il pericolo di infiltrazioni terroristiche nei flussi migratori “e’ confermato da sviluppi investigativi che hanno attestato l’utilizzo dei canali dell’immigrazione clandestina per il trasferimento in Europa di estremisti sub-sahariani”. Le insidie maggiori arrivano dagli “sbarchi occulti”, ovvero dalle traversate effettuate “in elusione dei controlli per evitare l’identificazione dei migranti”: il fenomeno riguarda in primo luogo le partenze dalla Tunisia ma trasferimenti effettuati con modalita’ analoghe continuano a interessare anche la tratta Algeria-Sardegna. Sul fronte dell’immigrazione clandestina, “sono emersi tentativi di ingerenza nel sistema di accoglienza da parte di soggetti vicini ad organizzazioni criminali autoctone, anche in relazione alla possibilita’ di intercettare cospicui finanziamenti pubblici”.

LA MINACCIA CYBER – Nel 2018 il numero complessivo dei cyber attacchi e’ piu’ che quintuplicato rispetto all’anno precedente, per lo piu’ in danno dei sistemi informatici di pubbliche amministrazioni centrali e locali (72%). “Il cyber – scrivono gli analisti – con le sue caratteristiche di disponibilita’ diffusa, accessibilita’, elevata ‘convenienza economica’ e ridotti rischi di rilevazione si e’ confermato per alcuni Stati uno degli strumenti cui fare ricorso per perseguire obiettivi strategici”. Occhio anche “alla cosiddetta ‘minaccia ibrida’, considerata quale impiego combinato di strumenti convenzionali e non, concretizzatasi “in operazioni di influenza/ingerenza poste in essere per condizionare il corretto svolgimento di fondamentali dinamiche dei processi democratici”.

NON ESISTE RISCHIO ZERO – “Fa bene l’intelligence a rammentare la minaccia jihadista – ha detto il premier Giuseppe Conte – perche’ la minaccia non e’ esaurita: se abbiamo motivi per tenere molto alta la guardia abbiamo anche valide ragioni per sentirci incoraggiati nel proseguire il cammino fruttuoso intrapreso sebbene il rischio zero non possa oggettivamente esistere”. Conte ha ricordato il traffico di migranti, il fenomeno dei ‘radicalizzati’ in casa, le insidie cyber “ma il resoconto dell’intelligence – ha assicurato – ci tranquillizza sull’impegno profuso”.

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