Dieta sbagliata è come il fumo, causa 30% tumori

Dieta sbagliata è come il fumo, causa 30% tumori
7 maggio 2016

Il 30% dei casi di cancro è originato da un’alimentazione squilibrata. La prevenzione oncologica deve passare anche dall’insegnamento di una dieta corretta: a partire dalla scuola dell’obbligo, dove andrebbero istituiti corsi di educazione specifici. È quanto emerge dal convegno nazionale Spazio e nutrizione svoltosi a Milano e che ha visto la partecipazione di oltre 300 esperti provenienti da tutta Italia. “Anche i troppi grassi e la poca frutta e verdura nuocciono gravemente alla salute e aumentano il rischio di tumore proprio come le sigarette – ha spiegato Michele Carruba Direttore del Centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università di Milano e co-presidente del convegno -. Le neoplasie più influenzate da quello che mangiamo e dai chili di troppo sono al colon retto, mammella, pancreas, fegato, ovaio, rene, esofago, cervice e utero. Il nostro Paese è una delle patrie della dieta mediterranea eppure abbiamo il primato europeo di sovrappeso infantile. Il 12% dei bambini italiani è addirittura obeso. Se vogliamo invertire questa tendenza dobbiamo promuovere maggiormente la cultura della giusta alimentazione tra tutta la popolazione”. All’evento di Milano una sessione e’ dedicata al tema della dieta per il paziente oncologico.

“La malnutrizione interessa l’80% dei malati – ha aggiunto Francesco Cognetti presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro e relatore al convegno organizzato nella città meneghina -. Il cancro indebolisce tutto il nostro organismo, provoca un calo dell’appetito e quindi anche della qualità e quantità dell’alimentazione. Esistono poi gli effetti collaterali delle cure che spesso interessano proprio l’apparato gastro-intestinale. La dieta durante la patologia neoplastica deve perciò essere adatta alla situazione clinica”. “Nei nostri ospedali c’è bisogno di una sempre più forte alleanza e collaborazione tra oncologo e nutrizionista – sottolineano Carruba e Cognetti -. Insieme questi due specialisti devono aiutare il malato a scegliere i cibi più appropriati e risolvere cosi’ i molti problemi legati all’alimentazione durante e dopo le cure anti-tumorali. In questo modo possiamo non solo migliorare la qualità di vita generale del paziente ma anche la risposta positiva dell’organismo alla neoplasia”.

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