Dopo direzione, Pd tenta di ricucire. Renzi: avanti su contenuti

Dopo direzione, Pd tenta di ricucire. Renzi: avanti su contenuti
8 luglio 2017

Il giorno dopo la direzione in cui sono volati gli “stracci”, il Pd si interroga su come ripartire e come affrontare i prossimi mesi. E i “pontieri” sono al lavoro per ricucire gli strappi dopo il duro scontro tra il segretario Matteo Renzi e i ministri Dario Franceschini e Andrea Orlando. “Dobbiamo ripartire da quello che di buono c’è stato – spiega un deputato Dem molto vicino al segretario -. Ieri nessuno ha detto che non si deve parlare di coalizioni. Ma Renzi pensa che le alleanze vadano fatte sulla base dei programmi. Nessuna preclusione per Pisapia, ma un’intesa si fa facendo proposte che Pisapia condivide e se lui fa proposte che Renzi condivide. Stessa cosa vale per Calenda o altri. Per questo nei prossimi mesi ci occuperemo solo di contenuti”. Certo è che i toni hanno lasciato strascichi pesanti all’interno del Pd. E anche tra i renziani c’è qualche preoccupazione. “Renzi aveva fatto una relazione soft, ma poi ha sentito gli interventi di Franceschini e Orlando e nella replica ha usato toni molto duri, forse anche troppo”, riflette un altro deputato della maggioranza Pd. “Ma se non avessi risposto non sarei Renzi”, ha detto il segretario a chi ci ha parlato dopo la direzione. L’obiettivo, adesso, è abbassare i toni, concentrarsi sui contenuti e anche sperare che i mesi estivi facciano decantare la situazione. Lo stesso Renzi, stamani, a ‘Ore9’, la rassegna stampa Facebook, è stato più conciliante.

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“Nel dibattito del Pd non vedo nessuna congiura – ha assicurato – invito tutti alla tranquillità, alla serenità. Il Pd si prenda con un po’ più di leggerezza, e non parliamo di temi per addetti ai lavori ma di temi concreti: fare politica è meraviglioso non perchè si mette un tassellino alla propria carriera, ma perchè si può fare qualcosa per tutti”. Certo, poi, “naturalmente c’è qualcuno che sottolinea con più forza il tema delle alleanze e coalizioni, che è un tema oggettivo, in politica bisogna parlare anche di questo. Ma se parliamo solo di questo per 10 mesi ci prendono per matti”. “Comunque – assicura un parlamentare vicino al segretario – Renzi non torna indietro, è stato eletto segretario con una larga maggioranza, non ha responsabilità di governo e istituzionali, ha detto chiaramente che tira dritto. Ora ci sarà l’uscita del libro, da cui emergeranno molti contenuti, e a settembre comincerà il viaggio in treno”. Dunque, sì a tentare di tenere unito il partito, almeno limitando le polemiche, ma senza sconti sulla linea. Intanto Michele Emiliano si propone come “peace keeper”. “C’è una minoranza – ha detto oggi all’assemblea nazionale di Fronte Democratico, la sua corrente – quella di Orlando, e una aspirante minoranza, quella di Franceschini, che irritano il segretario. Capisco questa posizione, perché entrambi sono lì, sono ministri, non li muove nessuno. Bisogna uscire dall’impasse in cui si sono infilati Orlando e Franceschini. Bisogna fare lo sforzo di riprendere il dialogo con noi stessi”.

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