Dissequestrata nave Ong spagnola Proactiva Open Arms. Ma ci sono due indagati

Dissequestrata nave Ong spagnola Proactiva Open Arms. Ma ci sono due indagati
16 aprile 2018

Dissequestrata la nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms, ormeggiata al porto di Pozzallo dal 18 marzo scorso dopo il salvataggio di 218 migranti, al centro di una contesa con le autorita’ libiche. Lo ha deciso il Gip di Ragusa Giovanni Giampiccolo. A confermarlo uno degli avvocati, Alessandro Gamberini. Il sequestro era stato disposto dalla procura di Catania che contestava il reato di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il Gip etneo aveva pero’ fatto decadere il reato associativo, rinviando la competenza al collega di Ragusa. “E’ solo un primo passo e una buona notizia. Open Arms e’ stata rilasciata, ma le indagini a Catania sul reato di associazione a delinquere e quella di Ragusa sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, continuano. Abbiamo ancora bisogno di tutto il vostro sostegno”. Lo scrive su Twitter Oscar Camps, fondatore della Ong spagnola Proactiva Open Arms, dopo il dissequestro della nave a Pozzallo. Risultano indagati Ana Isabel Montes, capo missione della Ong, e Marc Reig Creus, comandante dell’imbarcazione.

 Il Gip, la Libia è un luogo non sicuro

“Le operazioni di soccorso non si esauriscono nel mero recupero in mare di migranti, ma devono completarsi e concludersi con lo sbarco in un luogo sicuro” e di certo “non puo’ essere considerato un luogo sicuro quello dove vi sia serio rischio che la persona possa essere soggetta a pena di morte, tortura, persecuzione, a sanzioni o trattamenti inumani o degradanti, o dove la sua vita o la sua liberta’ siano minacciate”. Lo scrive il Gip di Ragusa Giovanni Giampiccolo, nel suo decreto di 16 cartelle in cui motiva la decisione di rigettare la richiesta di sequestro preventivo cui era sottoposta, su decisione della procura di Catania, dal 18 marzo, la nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms, ormeggiata a Pozzallo, dove era approdata con 218 migranti oggetto della contesa con le autorita’ libiche. Il Gip etneo il 27 marzo aveva confermato il sequestro per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma rinviato la decisione a Ragusa in quanto “insussistente” il reato associativo. Adesso, per il collega ragusano quei migranti, anche a fronte dell’intervento e di una presunta competenza sull’area della Libia, non potevano essere consegnati al Paese africano. Per il Gip ibleo, infatti, in ordine alle informazioni attualmente disponibili, la Libia resta un luogo “in cui avvengono gravi violazioni dei diritti umani, con persone trattenute in strutture di detenzione in condizioni di sovraffollamento, senza accesso a cure mediche e a una adeguata alimentazione, e sottoposte a maltrattamenti, stupri e lavoro forzati”. E “non si ha prova che si sia pervenuti in Libia o in porzioni del suo territorio a un assetto accettabile di protezione dei migranti soccorsi in mare”.

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In questi ultimi anni, argomenta il Gip di Ragusa in riferimento al procedimento – nel quale sono stati indagati Ana Isabel Montes, capo missione della Ong, e Marc Reig Creus, comandante dell’imbarcazione – il Mediterraneo ha visto dispiegarsi una pluralita’ di soggetti navali e aerei, nell’ambito di operazioni di matrice nazionale ed europea, volte a un tempo a contrastare il traffico di essere umani e l’immigrazione illegale e a salvaguardare la vita dei migranti in mare, “obiettivi tra loro connessi”. In questi contesti operativi “si colloca anche il supporto e l’addestramento della Guardia costiera e della Marina libiche, in un quadro piu’ generale di rafforzamento e stabilizzazione del potere centrale: e’ noto, infatti, che il collasso della Libia ha favorito un imponente flusso migratorio, che secondo diversi osservatori ha assunto un carattere strutturale”. Allo stato degli atti, conclude il giudice che ha disposto il rilascio della nave, “manca la prova anche della sussistenza di place of safety in territorio libico (a esempio sotto l’egida di istituzioni internazionali) in grado di accogliere i migranti soccorsi nelle acque Sar di competenza, nel rispetto dei loro diritti fondamentali”. Cosi’, “in difetto di tale prova e quindi della evitabilita’ del pericolo di un danno grave alla persona, danno che non puo’ ritenersi puramente ipotetico e non attuale, la scriminante dello stato di necessita’ rimane in piedi”.

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IL SINDACO DI POZZALLO

La notizia del dissequestro della nave Open Arm “e’ motivo di grande soddisfazione perche’ consente alla Ong di riprendere a svolgere la propria opera meritoria a favore dei migranti. E’ giusto che la magistratura abbia fatto il proprio corso, alla quale avevo manifestato pieno sostegno, chiedendo massima celerita’ nel concludere indagini complesse, in considerazione che la legalita’ e’ fondamentale in operazioni umanitarie, che hanno avuto come protagoniste anche navi Ong, in cui sono state salvate migliaia di vite umane”. Lo afferma il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna. Il primo cittadino aveva fatto appello per una rapidita’ delle indagini, “basilare non soltanto per liberare una parte delle banchine portuali, fatto che potrebbe intralciare la normale attivita’ commerciali di una struttura che non ha grandi spazi per l’attracco delle navi, ma ancor piu’ per rendere nuovamente disponibile il natante per salvare altre vite umane”. Pozzallo e’ disponibile “nell’accoglienza dei migranti in un quadro di assoluta legalita’, poiche’ il binomio accoglienza e legalita’ e’ di fondamentale importanza nella gestione delle politiche migratorie”, conclude il sindaco Ammatuna.

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