Dl fisco torna in Cdm, si cerca mediazione su condono

Dl fisco torna in Cdm, si cerca mediazione su condono
La sede del Consiglio dei ministri
19 ottobre 2018

Dopo pochi giorni dal varo in Consiglio dei ministri e dopo un durissimo scontro all’interno della maggioranza il decreto fiscale torna sul tavolo del governo per essere possibilmente modificato e riapprovato. Al centro delle infuocate polemiche di questi giorni fra Lega e M5S due aspetti del condono previsto dalla ‘pace fiscale’: la non punibilità per i reati tributari e in particolare per il riciclaggio e l’autoriciclaggio e la sanatoria sui capitali all’estero.

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Dopo l’exploit a Porta a Porta sulla ‘manina’ che ha mandato su tutte le furie l’alleato, Luigi Di Maio continua a tenere il punto e ad affermare che il decreto dovrà essere modificato su quei punti. “La roba dello scudo penale per l’autoriciclaggio non serve – attacca ancora il vicepremier pentastellato – e siccome non serve, domani sistemiamo questa norma”. Ma mentre Di Maio si dice convinto che dal decreto verranno espunti i commi incriminati, Matteo Salvini dice di non voler “passare per scemo” e racconta che nel Cdm di lunedì scorso “Conte leggeva e Di Maio scriveva il decreto”.

Insomma, il ‘nodo’ è complicato ed è tutto politico. Sarà affrontato in un chiarimento previsto per domani a palazzo Chigi, dove probabilmente i due vicepremier faranno la pace perché non conviene a nessuno una crisi di governo adesso. Ma quello che è successo è certamente l’anticamera di uno scontro ben più profondo che potrebbe avvenire nei prossimi mesi, dopo le elezioni europee di maggio. Ma vediamo come si potrebbe correggere il provvedimento che permette di sanare con un forte sconto redditi non dichiarati, e placare così i Cinque Stelle, consentendo alla Lega di soddisfare la promessa di ‘pace fiscale’.

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Sotto i riflettori c’è la cosìdetta ‘dichiarazione integrativa’ dei redditi, un meccanismo che già esiste ma che oggi prevede il pagamento di tutte le tasse. La prima considerazione da fare è che poiché il condono prevede di autodichiarasi al Fisco sarebbe contraddittorio non prevedere l’impunibilità su una serie di reati tributari. In pratica, nessuno denuncerebbe che ha evaso se poi rischia una condanna penale. Il governo potrebbe però, secondo quanto riferito da fonti della maggioranza, salvare la sostanza di questa misura escludendo dalla sanatoria chi ha riciclato denaro, ossia il punto più controverso e contestato dai pentastellati.

Un’altra soluzione che incontrerebbe il favore dei ‘gialli’ del governo potrebbe essere quella di modificare i contorni del condono. Per come è attualmente formulato si possono far emergere fatture, rendite e altri tipi di entrate e su queste pagare solo il 20% in rate e senza sanzioni e interessi. E’ previsto anche un tetto di 100mila euro, questa cifra che vale per ogni singolo tipo di imposta e per ciascun anno fiscale. Si potrebbe pensare di abbassare la soglia da sanare, oppure fare in modo che valga per un periodo di tempo più breve.

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Altro possibile ritocco potrebbe essere quello di depennare dal condono una serie di balzelli che garantiscono meno gettito alle casse dello Stato perché interessano una platea ridotta, come per esempio le imposte sugli immobili e le attività finanziarie oltre-confine, punto contestato da Di Maio. Ogni correzione però va bilanciata con l’esigenza di recuperare risorse per finanziare altre misure senza dimenticare che su operazioni come queste non c’è mai la certezza su quanto si incassa. C’è da dire, comunque, che qualsiasi limitazione e correzione verrà introdotta, se l’impianto della norma resta così come è, c’è poco da essere felici per i Cinque Stelle perché si tratterebbe pur sempre di un condono.

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