Dl lavoro, Berlusconi “torna” senatore

2 maggio 2014

A cinque mesi dalla sua espulsione dal Senato, Silvio Berlusconi “torna” a Palazzo Madama. Alessandra Mussolini, capogruppo FI in commissione Lavoro, oggi deposita un emendamento al decreto lavoro al quale figura come prima firma quella dell’ex Cavaliere. “Non vorranno mica censurarlo?”, chiede la Mussolini.
“L’emendamento Berlusconi mira a favorire l’inserimento degli inoccupati e dei disoccupati nel mondo del lavoro- spiega la senatrice -. Oltre alla fascia dei 15-29 sulla defiscalizzazione dei neoassunti, sposta la fascia sugli inoccupati e disoccupati di lunga data. Mi auguro possa trovare un consenso all’interno della commissione, noi non abbiamo pregiudizi”.
Il testo approvato dalla Camera, ha poi sottolineato, “si è fornerizzato. Ci sono condizioni che impediscono ai giovani di entrare nel mondo del lavoro”. Mussolini ha spronato Ncd ad appoggiare le proposte di FI: “Sarebbe incoerente da parte di Sacconi, che si è battuto per l’apprendistato e per allargare il mondo del lavoro, avere una posizione contraria ai nostri emendamenti”.
La commissione si riunisce per l’esame degli emendamenti al decreto (passato con la fiducia alla Camera) che dovrebbero poi essere votati a partire da lunedì. Se l’emendamento sarà dichiarato o meno ammissibile è tutta da vedere.
Nel dettaglio l’ “emendamento Berlusconi” prevede che “I datori di lavoro che, entro un anno a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, assumono a tempo pieno e indeterminato inoccupati e disoccupati di lunga data, nonché lavoratori che abbiano usufruito di trattamento straordinario di integrazione salariale per almeno 3 mesi anche non continuativi, dipendenti di aziende beneficiarie di Cigs per almeno 6 mesi, sono esonerati per i primi 5 anni del contratto dal versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali”. L’esonero, continua il testo “è concesso qualora le assunzioni non siano effettuate in sostituzione di lavoratori licenziati dagli stessi datori per giustificato motivo oggettivo o per riduzione del personale o sospesi”. (Il Tempo)

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