Dl Sicurezza incassa fiducia anche della Camera

Dl Sicurezza incassa fiducia anche della Camera
27 novembre 2018

Il decreto Sicurezza incassa anche la fiducia della Camera, dopo il via libera del Senato. Con 336 voti a favore e 249 contrari, il decreto e’ a un passo dall’essere convertito in legge, voto finale che pero’ slitta a domani alle 9.30.

Si annunciano tempi lunghi visto che il Pd ha fatto sapere che ciascuno dei suoi deputati usera’ tutti i 10 minuti a disposizione. E c’è chi parla che potrebbe arrivare anche nella giornata di giovedi’. Tutto dipende dall’ostruzionismo delle opposizioni, in particolare del Pd, che ha deciso di intervenire a raffica sui 146 ordini del giorno. Lo stesso governo, con il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, non azzarda previsioni: “Voto finale domani? Dipende dalle opposizioni”.

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Ma nonostante il ‘decreto-bandiera’ della Lega non sia ancora diventato legge, Matteo Salvini esulta e, convocata una conferenza stampa a votazioni di fiducia ancora in corso, non nasconde la contentezza: “Esprimo enorme soddisfazione non da ministro ma da cittadino italiano perche’ tra oggi e domani diventera’ legge il decreto che portera’ piu’ Sicurezza ordine e legalita’ nelle citta’ italiane”. Quindi, il titolare del Viminale garantisce: “non sono interventi spot ma misure organiche”.

Infine, annuncia: “La mia ambizione e’ lavorare nei prossimi mesi per una completa rivisitazione di tutte le norme che riguardano l’immigrazione”. Anche i 5 stelle, rientrati i malumori (almeno pubblicamente), votano “convintamente” sia la fiducia sia il provvedimento, assicura Federica Dieni, che rivendica: “e’ un testo coerente dopo le modifiche apportate grazie ai 5 stelle. Il decreto contiene molte misure fin da troppo tempo necessarie e lo votiamo con senso di responsabilita’, senza differenze perche’ uniti dal medesimo interesse, la Sicurezza dei cittadini”.

Proprio ai pentastellati si rivolgono i dem in Aula: “Voi M5s, con la vostra muta complicita’ state costruendo una dittatura della maggioranza pur dicendo di non condividere norme del decreto. Voi permettete che con un voto di fiducia sulla tenuta di una maggioranza che scricchiola, si calpestino i diritti delle persone e si vanifichi l’uguaglianza dei cittadini. Fate attenzione a quello che state facendo, soprattutto voi che dite di essere contrari e poi chinate il capo”, avverte Emanuele Fiano.

Il predecessore di Salvini al Viminale, Marco Minniti, attacca: “Sono molto preoccupato per quello che chiamo il ‘decreto insicurezza’, perche’ quando ci cancella la protezione umanitaria si sta dando un colpo mortale alle politiche di integrazione del nostro Paese. Secondo il candidato alla guida del Pd, il provvedimento crea “illegalita’” e produce una “difficolta’ estrema nelle politiche di integrazione”.

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Critiche anche da Forza Italia e FdI, che votano contro la fiducia ma non escludono un voto favorevole sul via libera finale al provvedimento. Il decreto Sicurezza non ha avuto un iter parlamentare semplice, anzi spesso si e’ trovato di fronte una strada in salita: tensioni all’interno del governo, fibrillazioni e malumori tra i 5 stelle destinati tuttavia ad infrangersi contro il muro innalzato da Matteo Salvini, che non ha concesso alcun passo indietro agli alleati.

E’, questa, la cornice che accompagna il via libera definitivo al decreto, provvedimento cavallo di battaglia della Lega giunto all’ultimo giro di boa in zona Cesarini: diventera’ legge a pochissimi giorni dal rischio scadenza (il 3 dicembre). Il decreto Sicurezza segna anche un primato per il governo Conte: e’ infatti il primo provvedimento dell’esecutivo giallo-verde che affronta le aule parlamentari blindatissimo e che viene approvato con una doppia fiducia, prima al Senato e poi alla Camera.

Cosa prevede la norma

La Camera dei Deputati ha approvato la questione di fiducia al “decreto Salvini” su sicurezza e immigrazione, licenziato dal Senato lo scorso 7 novembre. Il testo non ha subito cambiamenti nel passaggio a Montecitorio rispetto a quello uscito da Palazzo Madama. Il decreto, che sarà approvato probabilmente domani, prevede 39 articoli, suddivisi in 4 capitoli: misure che vanno dall`abrogazione dell`istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari, al restringimento dell`azione degli Spar, dai trattenimenti più lunghi nei Cpr, Centri di permanenza per i rimpatri, a norme più severe per la concessione della cittadinanza, fino all`estensione del taser (la pistola ad impulsi elettrici), dei Daspo nelle città e alle norme sulla lotta alle mafie.

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All`articolo 1 del Decreto si stabilisce l`abrogazione dell`istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari, così come era previsto dal Testo unico in materia di immigrazione del 1998. La corrispettiva tutela si prevede permanga per alcune fattispecie di permessi di soggiorno “speciali” quali condizioni di salute di eccezionale gravità; situazioni contingenti di calamità naturale nel Paese di origine che impediscono temporaneamente il rientro dello straniero in condizioni di sicurezza.Il provvedimento stabilisce anche disposizioni circa le controversie relative al rilascio dei permessi `speciali`, quanto a giudice competente e procedimento di trattazione delle impugnazioni. Si dispone che il giudice competente – ossia le Sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell`Unione europea, istituite presso ciascun Tribunale ordinario del luogo nel quale hanno sede le Corti d`appello – decidano con rito sommario di cognizione.

Il nuovo dispositivo di legge eleva poi da 90 a 180 giorni il periodo massimo di trattenimento dello straniero all`interno dei Centri di permanenza per i rimpatri. Parallelamente, eleva da 90 a 180 giorni il periodo di trattenimento dello straniero presso le strutture carcerarie, superato il quale lo straniero può essere trattenuto presso il centro di permanenza per i rimpatri per un periodo massimo di 30 giorni. Si stabilisce anche la costruzione di nuovi Cpr rispetto ai sei già operanti sul territorio nazionale. Con l`articolo tre si introducono due nuove ipotesi di trattenimento motivate dalla necessità di determinare o verificare l`identità o la cittadinanza dello straniero richiedente protezione internazionale. Per quanto riguarda le disposizioni in materia di rimpatri la norma stabilisce l`avvio.

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