Dl Sicurezza, maximulte a Ong ma M5s stoppa poteri Salvini

Dl Sicurezza, maximulte a Ong ma M5s stoppa poteri Salvini
10 luglio 2019

Migranti e sbarchi mettono nuovamente a dura prova la tenuta di maggioranza e governo. Poi, in extremis, M5s e Lega trovano l’accordo sugli emendamenti al decreto Sicurezza bis. Ed e’ un incastro di equilibri tra le varie proposte e, soprattutto, posizioni. I pentastellati stoppano i maggiori poteri al Viminale che la Lega si apprestava ad assegnare a Matteo Salvini, mentre la Lega incassa – ma solo dopo diverse ore – il via libera del Movimento alle multe piu’ salate per le Ong (fino a un milione di euro). A loro volta, i 5 stelle rinunciano a un emendamento che affidava al premier Giuseppe Conte l’ultima parola sulla chiusura delle acque territoriali. C’e’ perfetta sintonia, invece, sull’immediata confisca, attraverso il sequestro cautelare della nave, per le imbarcazioni che violano lo stop all’ingresso nei mari e porti italiani. E i 5 stelle chiedono che le navi confiscate vadano allo Stato, magari da destinare alle forze dell’ordine o alla protezione civile.

La Lega poi punta a norme severissime per i capitani: se non rispettano l’alt della Guardia di finanza scatta l’arresto in flagrante (“se la norma fosse stata gia’ in vigore Carola Rackete”, alla guida della Ong Sea Watch, “sarebbe stata subito sottoposta ad arresto e non scarcerata”, osserva un leghista). In settimana, dopo le ammissibilita’, le commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera inizieranno a votare le 547 proposte di modifica, di cui 160 a firma Forza Italia, 128 di FdI e 119 del Pd. Sono invece circa una quarantina quelle ‘concordate’ dagli alleati di governo, mentre sono una ventina gli emendamenti di singoli deputati pentastellati, tra cui figurano diversi ‘malpancisti’ che gia’ in occasione del primo decreto sicurezza sollevarono critiche e perplessita’. Ad esempio, Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura, ha presentato degli emendamenti sulla parte del decreto relativa all’ordine pubblico, con l’obiettivo di introdurre il codice identificativo e delle microtelecamere sulle divise degli agenti.

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Se alla Camera, pero’, la maggioranza non teme imboscate, e’ piu’ delicata la questione al Senato dove, dopo le ultime espulsioni dal Movimento, i numeri si sono ulteriormente ristretti. Molto probabile che il testo del decreto arrivi blindato all’esame di palazzo Madama (dal 30 luglio sara’ in Aula) e gia’ non si esclude il ricorso alla fiducia. Ma i leghisti, viene spiegato, vorrebbero la blindatura del provvedimento anche nel passaggio alla Camera, dove e’ atteso in Aula per lunedi’ prossimo, 15 luglio. Salvini si mostra tranquillo: “Se temo sorprese dai 5 stelle sul decreto Sicurezza bis? No, penso che la sicurezza del paese stia a cuore a tutti”, dice arrivando a Montecitorio. Ma nonostante l’ostentata tranquillita’ del titolare del Viminale, non tutto e’ filato liscio nella maggioranza. Sono servite tre diverse riunioni tra i due relatori leghisti e il governo, rappresentato dai sottosegretari Nicola Molteni, Carlo Sibilia e Simone Valente (ieri pomeriggio, questa mattina e la decisiva a ridosso dell’ora di pranzo) per trovare la quadra. La Lega inizialmente e’ partita lancia in resta contro le Ong e le loro navi. Multe piu’ salate, fino a un milione di euro, a fronte dei 50 mila euro previsti dall’attuale testo del decreto, e soprattutto piu’ poteri al ministro dell’Interno.

Un emendamento leghista prevedeva infatti che il titolare del Viminale, oltre a “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale”, come prevede il decreto, potesse anche “vietare il trasbordo o lo sbarco sul territorio nazionale di cittadini stranieri irregolari”. Una norma contro cui i 5 stelle hanno innalzato un muro, tanto da far saltare la riunione di maggioranza e far temere uno slittamento dei tempi, e a cui i pentastellati hanno risposto con un emendamento che invece affidava l’ultima parola al premier. Il via libera al decreto e’ troppo importante, sarebbe stata la linea dettata dai vertici leghisti, non possiamo rischiare che tutto si areni e che conquisti terreno la linea dei ‘dissidenti’ M5s. E cosi’ la Lega ritira l’emendamento, ma tiene il punto sulle maximulte alle Ong e sull’arresto in flagrante del capitano che disubbidisce all’alt della Guardia di finanza.

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Giro di vite anche sulle espulsioni: un emendamento leghista prevede che la magistratura possa ordinare l’espulsione del migrante dal territorio italiano quando questo venga condannato a una pena detentiva superiore ad un anno. Quanto alle proposte di modifica targate M5s, oltre a quella condivisa con la Lega sull’immediato sequestro delle navi, c’e’ l’istituzione del registro delle navi confiscate presso il Mit, la destinazione di 100 unita’ di forze dell’ordine di frontiera nelle zone calde degli sbarchi durante l’estate, la possibilita’ di affidare anche ad enti del terzo settore, che non abbiano finalita’ lucrative e che ne facciano richiesta, i gommoni sequestrati e utilizzati per il trasporto dei migranti. Sullo sfondo, nuova polemica sulla mancata audizione della Sea Watch: ‘chiamato in causa’ dalle opposizioni, il presidente Roberto Fico ha spiegato che l’audizione si sarebbe potuta svolgere ma con dei paletti ben rigidi sull’oggetto. I presidenti pentastellati delle due commissioni, pero’, hanno ribadito il loro ‘no’, scatenando la reazione critica di Pd e Leu.

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