Dodici anni per smaltire arretrati

13 febbraio 2014

Ecco alcuni passaggi saliente della relazione del presidente del Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, Filoreto D’Agostino, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la sede di Palazzo Benso, a Palermo.

Arretrato. “L’arretrato – ha continuato il giudice – oggi misura a 11.384 ricorsi. Di questi un certo numero e’ gia’ in fase di chiusura, anche se la relativa dichiarazione richiedera’ tempi lunghi per mancanza assoluta di personale e di progetti al riguardo. Il numero effettivo di vertenze non supera, a tutto concedere, gli ottomila, la cui definizione richiedera’ circa dodici anni. Nel frattempo altrettanto arretrato si sara’ accumulato. Mi colpisce la sostanziale mancanza di logica rispetto all’unica corretta soluzione, cioe’ un aumento reale e congruo del ruolo dei magistrati”.

Spreco di denaro. “Gia’ anni fa formulavo richieste in tal senso e le autorita’ governative, con forzata cortesia, si barricavano dietro le difficolta’ di bilancio. Difficolta’ avvertite quando si trattava e si tratta di creare nuove ed incongrue autorita’ quali doppioni di competenze ministeriali, di istituire agenzie con fumose attribuzioni nelle quali inquadrare talvolta un plotone di dirigenti generali, di riassettare gli organici della dirigenza generale di ministeri nel giro di pochi anni moltiplicati per sette o per otto volte, di costituire altisonanti quanto inutili e talora perniciose fondazioni o Spa di servizio alle quali manca qualsiasi supporto finanziario privato e che ricevono, per vivacchiare alla grande con stipendi d’oro, enormi quantita’ di denaro pubblico sottratti agli uffici operativi dell’amministrazione, di distribuire soldi a pioggia per iniziative a dir poco incongrue come insegnano i casi poco esemplari di molte leggi finanziarie e di stabilita’ e finanche di un decreto legge ritirato dall’attuale governo. Per non parlare di tante spese da scriteriati, di esternalizzazioni incongrue ma assai onerose, della non esaltante capacita’ progettuale e programmatoria della pubblica amministrazione, dell’ambaradam dell’informatizzazione con metodi sovrapposti l’uno all’altro che impongono l’utilizzo di decine di password per mancanza di unita’ all’interno quanto meno dell’amministrazione statale con sovraccarichi enormi di costi”.

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