Donna violentata da medico in ospedale, Asl deve risarcire

Donna violentata da medico in ospedale, Asl deve risarcire
22 settembre 2017

Ha diritto a essere risarcita anche dalla Asl una donna che subi’ violenza sessuale da parte di un medico durante un ricovero in ospedale. La terza sezione civile della Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall’Azienda sanitaria locale di Rieti, che, dopo la condanna definitiva in sede penale di un medico anestesista, in servizio presso l’ospedale reatino San Camillo de Lellis, per vari episodi di violenza sessuale aggravata, era stata citata in giudizio da una delle vittime e condannata a risarcire con 25mila euro, assieme al medico, la donna. Quest’ultima (peraltro parente dell’anestesista) era stata ricoverata per essere sottoposta a un intervento per tunnel carpale: aveva denunciato di essere stata “denudata parzialmente”, “toccata nelle parti intime” e “fotografata piu’ volte in pose erotiche” mentre si trovava “in stato di totale incoscienza conseguente al trattamento anestetico subito” e il processo penale si era concluso con l’accertamento della responsabilita’ dell’imputato.

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Da qui, i risarcimenti stabiliti in sede civile, contro cui la Asl si e’ battuta fino in Cassazione sostenendo che il comportamento tenuto dal medico “nulla ha a che vedere con le funzioni di anestesista affidategli dalla struttura ospedaliera”. I giudici di piazza Cavour, pero’, hanno ritenuto legittima la condanna al pagamento dei danni alla vittima: “E’ vero che quanto e’ accaduto dimostra la totale distorsione della finalita’ istituzionale in vista dell’esclusivo tornaconto personale ed egoistico, perche’ il comportamento tenuto dal medico, oggettivamente inqualificabile ed incredibile, e’ quanto di piu’ lontano si possa immaginare rispetto anche ad un’etica minima della professione sanitaria – si legge nella sentenza depositata oggi – cio’ non toglie, pero’, che la funzione svolta all’interno dell’ospedale reatino e’ stata un presupposto necessario dell’accaduto”, per cui “la responsabilita’” della Asl, in base a quanto previsto dall’articolo 2049 del codice civile (inerente la “responsabilita’ dei padroni e dei committenti”), “deve essere confermata”.

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