Doppio attacco alle raffinerie saudite, vola il prezzo del petrolio. Salgono oro e argento

Doppio attacco alle raffinerie saudite, vola il prezzo del petrolio. Salgono oro e argento
16 settembre 2019

Il doppio attacco alle raffinerie saudite ha acceso il prezzo del petrolio. In apertura di mercati il Brent e’ arrivato a segnare un balzo di quasi il 20% a 71,95 dollari al barile. Un guadagno di 12 dollari in pochi minuti, il piu’ ampio, in termini di biglietti verdi, da quando esiste il future, avviato alle quotazioni nel 1988. In termini percentuali si e’ invece trattato dello strappo piu’ ampio dal tempi della Guerra del Golfo nel 1991. Nel corso della giornata i prezzi si sono poi un po’ raffreddati grazie alla decisione del presidente statunitense Donald Trump di consentire l’utilizzo delle riserve strategiche a stelle e strisce e alle rassicurazioni degli altri Paesi produttori secondo cui nel mondo ci sono scorte sufficienti per far fronte alla diminuita capacita’ produttiva di Riad. E cosi’ il Brent ha ridotto il rialzo attorno al 13% in zona 68 dollari, mentre il future sul Wti, che era arrivato a guadagnare oltre il 15%, con una crescita simile si e’ posizionato appena sotto i 62 dollari.

DIMEZZATA LA CAPACITA’ PRODUTTIVA SAUDITA In un solo colpo l’Arabia Saudita si e’ vista dimezzare la propria capacita’ produttiva. Tradotto in barili, sul mercato ne verranno a mancare circa 5,7 milioni al giorno. Si tratta del colpo piu’ grosso all’offerta mai registrato, piu’ ampio anche di quello che si ebbe negli anni ’90 ai tempi dell’invasione irachena in Kuwait o nel 1979 a seguito della rivoluzione islamica in Iran. Riad ha fatto sapere che, sfruttando le proprio riserve, e’ pronta reimmettere sul mercato forniture per 2,3 milioni di barili al giorno gia’ nelle prossime ore. Ma per ripristinare per intero la produzione, calcola l’Ft, ci vorranno mesi.

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RINVIATA LA QUOTAZIONE DI ARAMCO Sembra destinata a slittare la quotazione di Aramco. Il debutto in Borsa del colosso statale saudita e’ programmato entro il 2021. Riad intende collocarne il 5% con l’obiettivo di raccogliere circa 100 miliardi di dollari. L’attacco ha pero’ messo in luce la debolezza strategica del gruppo e la sua vulnerabilita’ geopolitica e militare. Un rinvio sembra ora probabile.

TRUMP, PRONTI AD UTILIZZARE LE RISERVE STRATEGICHE Il presidente statunitense, Donald Trump, ha autorizzato l’utilizzo delle riserve strategiche a stelle e strisce. Secondo il segretario all’Energia statunitense, Rick Perry, comunque, “il mercato ha quantita’ di petrolio considerevoli a disposizione”. Anche per questo, ha aggiunto, e’ “prematuro” discutere dell’effettivo ricorso alle riserve strategiche statunitensi finche’ i danni agli impianti sauditi non saranno pienamente valutati.

IL MERCATO TEME LA VULNERABILITA’ SAUDITA La prima domanda che si pongono ora gli operatori e’ quanto tempo impieghera’ l’Arabia Saudita a recuperare per intero la propria capacita’ produttiva. Per quanto ingente la perdita non e’ tuttavia considerata catastrofica dagli esperti. Ben piu’ preoccupante e’ invece la vulnerabilita’ agli attacchi dimostrata dall’Arabia Saudita e dalle sue infrastrutture strategiche. Il mercato in queste ore non sta dunque prezzando tanto il calo delle forniture, quanto questo nuovo rischio.

SALGONO ORO E ARGENTO E, come sempre, quando si accendono i rischi geopolitici sono i metalli preziosi a beneficiare della corsa agli asset reputati piu’ sicuri. L’oro spot, tradizionale ‘bene rifugio’, si e’ cosi’ portato sopra i 1.500 dollari all’oncia, mentre l’argento si e’ posizionato sul filo dei 18 dollari.

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I RIFLESSI PER I CONSUMATORI In un Paese come l’Italia dove l’85% dei trasporti commerciali avviene via gomma l’impennata del costo del petrolio e il prevedibile conseguente rincaro dei carburanti ha un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli di produzione, trasformazione e conservazione. Secondo Coldiretti, a subire gli effetti del possibile maggior prezzo di diesel e benzina sara’ innanzitutto il sistema agroalimentare, dove la logistica arriva a incidere fino al 30-35% sul totale dei costi per frutta e verdura.

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