Dottoressa violentata in guardia medica, 26enne arrestato per stupro. Lorenzin chiama a rapporto i vertici

Dottoressa violentata in guardia medica, 26enne arrestato per stupro. Lorenzin chiama a rapporto i vertici
L'ingresso della Guardia medica di Trecastagni (Catania)
19 settembre 2017

Sono state lunghe ore di terrore quelle vissute dalla dottoressa della guardia medica di Trecastagni (Catania). Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il 26enne Alfio Cardillo, arrestato per lo stupro, allo scopo di impedire che la 51enne potesse dare l’allarme, appena entrato nei locali ha rotto il telefono fisso dell’ufficio e disattivato il pulsante che fa scattare l’emergenza alla sala operativa del 112. La dottoressa sarebbe stata sequestrata dall’uomo nella guardia medica per 2-3 ore e violentata piu’ volte. L’allarme e’ scattato quando la donna e’ riuscita a liberarsi e urlare e un vicino che ha sentito le sue grida ha fatto intervenire i carabinieri. L’uomo, con piccoli precedenti e che era riuscito a entrare nei locali con la scusa di avere bisogno di cure, e’ stato arrestato in flagranza di reato mentre seminudo tentava di sottrarsi alla cattura da parte di un equipaggio del Nucleo radiomobile della compagnia di Acireale. “L’ho sentita gridare ‘aiuto, aiuto’ e ho immaginato che cosa stesse accadendo, per questo ho chiamato i carabinieri che sono arrivati in pochissimi attimi”: e’ la testimonianza della signora Michela Lombardo che abita davanti alla guardia medica. “Ho svegliato mio marito che si e’ affacciato dal balcone – ha aggiunto – abbiamo visto la dottoressa uscire urlando terrorizzata, assieme a un uomo con i pantaloni ancora abbassati. Sono arrivati i carabinieri che hanno soccorso la donna chiamando un’ambulanza e arrestato l’uomo”. La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta.

LORENZIN

“L’episodio che è accaduto a Catania, è orrendo. Il tema della sicurezza degli ospedali, che poi in Sicilia ha riguardato una serie di casi, mi preoccupa molto e ho convocato oggi una riunione per cercare di capire se dietro questo caso c’è qualcosa di più profondo e come possiamo intervenire”, afferma il ministro della Salute Beatrice orenzin. “L’episodio di Catania – sottolinea – è avvenuto in un luogo che dovrebbe essere sicuro, dentro la guardia medica dove lavorano per la maggior parte dei casi donne. Non possiamo permettere che il luogo che dovrebbe essere sicuro per eccellenza, divenga un luogo dove può accadere tutto”, conclude Lorenzin.

LA SOLIDARIETA’ 

“Piena solidarietà al medico di guardia medica aggredita presso la guardia medica di Trecastagni (Ct)”. Ad esprimerla, in una lettera aperta rivolta alle istituzioni locali, è oggi l’Associazione autisti soccorritori italiani (Aasi). “Ribadiamo, come più volte già chiesto – si legge nella missiva – la creazione di procedure per le attività antiaggressione e di difesa personale passiva nonché la tutela legale, in ogni sede e grado di giudizio a favore degli operatori aggrediti, con la costituzione di parte civile degli enti e aziende danneggiate” in seguito all’aggressione dei dipendenti, “nonché la creazione di una campagna informativa volta al rispetto del personale sanitario”. Un “atto ignobile, offensivo della dignità della persona, perpetrato ai danni di un medico, una collega, nell’atto di compiere il proprio dovere di aiutare i cittadini”. Così il direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Giammanco, sull’aggressione e la violenza subita da una dottoressa. “Esprimiamo la nostra vicinanza e la nostra solidarietà alla collega e alla famiglia – continua Giammanco – Le assicuriamo, da ora e in tutte le sedi, il nostro sostegno e la nostra attenzione. Abbiamo già dato mandato al nostro legale per la costituzione di parte civile a tutela dell’azienda e, soprattutto, dei lavoratori”.

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