Droga a domicilio h24, rete di spaccio smantellata. Le intercettazioni

26 luglio 2019

Era un ‘efficiente’ call center della droga quello scoperto dalle indagini della squadra mobile di Palermo che oggi ha arrestato 16 persone. I pusher, come emerge dall’inchiesta, erano reperibili al cellulare 24 ore su 24 per soddisfare le richieste dei clienti. Anche in piena notte. C’erano i “motivatori” che spingevano gli spacciatori a cercare sempre nuovi clienti ed evitare che, non rispondendo alle richieste, questi potessero cercare la droga da altre organizzazioni. Uno di loro, Michele Calaio, arrestato oggi, era stato rimproverato aspramente da Antonio Napolitano, anche lui nella banda, perche’ alle 4 di notte non aveva risposto alle richieste del cliente. Anzi per evitare i controlli aveva cancellato messaggi e chiamata.

Napolitano, che aveva ricevuto le lamentele dall’acquirente, aveva rimproverato aspramente Calaio. Nel corso delle indagini gli agenti hanno ascoltato anche la storia di Ernesto Gulotta, accusato di avere preso dei soldi all’organizzazione. Alla fine dell’inchiesta interna svolta dalla banda e’ emerso che Gulotta non si era intascato nulla. Ma per il solo sospetto era stato picchiato, come esempio per tutti. A capo dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, c’era Giuseppe Vallecchia. Secondo quanto emerso nelle intercettazioni avrebbe controllato le attivita’ dal carcere. Avrebbe conquistato il ruolo di vertice grazie alla parentela con Fabio Chiovaro, boss della Noce. Vallecchia e’ il fidanzato della sorella. “L’operazione di oggi – spiega Rodolfo Ruperti capo della squadra mobile di Palermo – e’ la prosecuzione di quella che nel 2017 aveva portato in carcere diversi pusher sempre alla Zisa che rifornivano decine e decine di assuntori anche a casa. Il sistema anche in questo caso era basato su due bande che riuscivano a consegnare la cocaina a una serie di clienti assidui. Ogni pusher aveva dei cellulari con dei numeri e guadagnava circa 800 euro a settimana”.

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Trait d’union tra l’operazione del 2017 e quella di oggi e’ rappresentato dalla presenza di Danilo Biancucci. “In casa sua si svolgevano le riunioni – dice Agatino Emanuele capo della narcotici – e in alcuni casi in queste riunioni si motivavano i pusher a guadagnare sempre di piu’. Durante la riunione uno dei motivatori disse al pusher che se si fosse impegnato avrebbe potuto guadagnare 800 euro a mattinata”. Il gruppo controllava rigidamente l’attività di spaccio dei propri pusher, spesso in conflitto tra loro stessi per aumetare il bacino di clienti, come si evidenzia dalle intercettazioni della polizia. Questa è tra un pusher e una donna, moglie di un altro pusher, schiaffeggiato davanti agli altri per essersi impossessato di parte dei proventi dello spaccio: “Ma dimmi una cosa, gli hai dato uno schiaffo? Ha preso schiaffi? Si, uno. Io non c’ero. Da ‘Fiorellino’. Lui e Danilo, pure. Però mi ha riferito che non gli ha fatto male. Lo ha fatto probabilmente per mostrare a tutti che lui ha dato lo schiaffo…. Gli ha detto che non avrebbero preso bastonate per il fatto che hanno dei figli…”.

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