Dopo due anni NordCorea apre a Seul: sì a colloqui

Dopo due anni NordCorea apre a Seul: sì a colloqui
La scultura che indica la zona neutrale tra le due Coree (Credits: Olycom)
5 gennaio 2018

Segnale di distensione fra Seul e Pyongyang a un mese dalle Olimpiadi invernali in Corea del Sud. I due Paesi vicini – tecnicamente in guerra perché dopo il conflitto del 1950-1953 non hanno mai firmato un trattato di pace bensì solo un armistizio – hanno accettato di incontrarsi martedì, 9 gennaio, per discutere dei Giochi e anche dei loro rapporti. Si tratterà dei primi colloqui da due anni a questa parte: gli ultimi risalgono infatti a dicembre del 2015. L’apertura è giunta qualche ora dopo che Washington e Seul, tramite il presidente Usa Donald Trump e il suo omologo sudcoreano Moon Jae-In, si erano accordate giovedì per rinviare a dopo le Olimpiadi e le Paralimpiadi alcune esercitazioni militari congiunte che contribuiscono, ogni anno, a far salire la tensione nella penisola. Il luogo scelto per l’incontro è Panmunjom, villaggio al confine dove fu firmato il cessate il fuoco della guerra di Corea del 1950-1953. Il ministero sud-coreano per l’Unificazione, responsabile delle relazioni con il Nord, ha riferito di avere ricevuto venerdì un fax da Ri Son-Gwon, il capo del Comitato nord-coreano per la riunificazione pacifica della Corea, in cui si diceva quanto segue: “Verremo alla Casa della pace di Panmunjom il 9 gennaio”. La ‘Casa della pace’ è un edificio sud-coreano della “area di sicurezza congiunta” (Jsa), situata poco a sud della demarcazione in cemento in cui sono dispiegati soldati di entrambi i Paesi. La riunione verterà, appunto, sui Giochi olimpici di Pyeongchang (che si terranno dal 9 al 25 febbraio) in Corea del Sud e sulla “questione del miglioramento delle relazioni intercoreane”, secondo quanto riferisce il portavoce del ministero dell’Unificazione sudcoreano, Baek Tae-Hyun.

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I nomi dei partecipanti ai colloqui e la grandezza delle delegazioni saranno stabilite in alcuni scambi di fax, ha spiegato ancora il portavoce. L’apertura di Pyongyang ha stupito considerando che solo pochi giorni fa, nel suo discorso di Capodanno tenuto lunedì, il leader nordcoreano Kim Jong-Un aveva affermato di avere sempre il “pulsante nucleare” a portata di mano, e considerando che finora Kim aveva sempre ignorato gli sforzi diplomatici del presidente sudcoreano Moon. Ma nello stesso discorso di lunedì Kim aveva anche teso una mano a Seul, ipotizzando una partecipazione di atleti nordcoreani alle Olimpiadi. Seul, dal canto suo, aveva risposto proponendo appunto un incontro il 9 gennaio a Panmunjom. Da allora le due Coree hanno rimesso in servizio la loro linea telefonica che era tagliata dal 2016, andando avanti con l’apertura nonostante la dichiarazione di Trump che si era vantato di avere un pulsante nucleare “molto più grande” di quello del leader nordcoreano. Poi l’ulteriore distensione con l’annuncio del rinvio delle manovre congiunte Seul-Washington: il segretario Usa alla Difesa, Jim Mattis, ha annunciato che Key Resolve e Foal Eagle si terranno dopo le Paralimpiadi. I colloqui bilaterali del 2015 si erano conclusi con un fallimento: poche settimane dopo, infatti, la Corea del Nord aveva compiuto un quarto test nucleare. Da allora Pyongyang ne ha realizzati altri due, che vanno ad aggiungersi ai numerosi test missilistici. La Nord Corea afferma di avere raggiunto il suo obiettivo militare: essere in grado di colpire tutto il territorio continentale degli Stati Uniti.

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