Ecstasy, la droga killer popolare tra i giovani. Sintomi e danni della metilendiossimetamina

Ecstasy, la droga killer popolare tra i giovani. Sintomi e danni della metilendiossimetamina
29 luglio 2017

L’ecstasy o metilendiossimetamina (MDMA), e’ la droga sintetica che ha ucciso a Genova una ragazza di soli 16 anni. Le metanfetamine, di cui l’ecstasy fa parte, sono state consumate da un milione e mezzo di italiani (4,1%) almeno una volta nella vita, come risulta dall’ultima relazione del ministero della Salute inviata al Parlamento, e sono purtroppo molto diffuse tra i giovani. L’ecstasy, assunta spesso in combinazione con l’alcool etilico, risulta pericolosa soprattutto per i gravi disturbi dello stato di vigilanza che sembrano essere i responsabili di una triste serie di sciagure del traffico stradale che si verificano nelle ore notturne soprattutto in occasione dei fine settimana (le cosiddette “stragi del sabato sera”). Viene preparata clandestinamente sotto forma di capsule, polveri e, per lo piu’, compresse colorate, con nomi e disegni originali (“mezzaluna” “cuorefreccia” “delfino” ecc.) che rappresentano la “griffe”, il marchio d´autore (designers drugs) che le contraddistingue sul mercato e ne indica i differenti effetti. L’ecstasy (conosciuta anche come MDMA, XTC, E, ADAM) e’ una amfetamina, sintetizzata per la prima volta nel 1912, dagli spiccati effetti stupefacenti, anche se non propriamente allucinogeni. Si tratta di un composto semisintetico ottenuto dal safrolo, uno degli olii essenziali presenti nel sassofrasso, nella noce moscata, nella vaniglia, nella radice di acoro, e in diverse altre spezie vegetali. L’MDMA ha conquistato popolarita’ soltanto a partire dagli anni ’80, principalmente negli Stati Uniti, grazie alla sua ritenuta capacita’ di abbassare lo stato di ansia e la resistenza psichica dei soggetti, nonche’ per le sue proprieta’ sedative.

Fino al momento in cui venne messa al bando (1 luglio 1985), la MDMA e’ stata impiegata negli Stati Uniti nelle cosi’ dette “terapie di coppia”, come strumento enfatizzante con il quale affrontare, in apparenza piu’ facilmente, i “nodi” dei rapporti di coppia, con la mediazione e supervisione di un analista. Ha poi gradualmente conquistato una grande popolarita’ come club drug, a causa dei suoi effetti stimolanti ed empatogeni. Negli ultimi anni, negli Stati Uniti e in Europa il consumo dalla MDMA e’ aumentato in maniera esponenziale soprattutto nella feste rave e nei luoghi di maggiore aggregazione giovanile. Viene generalmente venduta in pastiglie, la cui composizione e’ spesso incognita e nelle quali manca a volte il principio attivo, sostituito con composti analoghi od inerti, raramente in polvere da inalare. Ne esiste anche un uso farmacologico: le anfetamine come medicinali prescrivibili sono stati usati a scopo dimagrante, nella cura del morbo di Parkinson e nelle depressioni. L’ecstasy e’ stata anche utilizzata come “siero della verita’” e, in psichiatria, nel tentativo di indurre maggiore capacita’ di autoanalisi: ogni uso medico e’ stato tuttavia abbandonato in relazione ai danni cerebrali che potrebbero essere prodotti. L’utilizzo del MDMA, se da un lato consente di essere una piu’ approfondita introspezione, dall’altro conduce ad una forma di interiorita’ ripetibile e meccanica. Le anfetamine e i loro derivati hanno una caratteristica capacita’ di stimolare il sistema nervoso centrale: determinano ipertensione, accelerazione cardiaca, dilatazione delle pupille; incrementano temporaneamente l’energia dell’individuo e riducono l’appetito.

L’ecstasy riduce la funzione di un neurotrasmettitore importante come la serotonina, che e’ connessa con il benessere e la serenita’ dell’individuo. Le conseguenze psichiche e comportamentali dell’impiego di queste droghe, assunte anche in maniera saltuaria e in luoghi di aggregazione, includono, dopo un week-end di euforia e di socievolezza artificiale, una facilita’ alla disforia, al malumore, all’ostilita’, protratte alterazioni della personalita’, in alcuni casi vera e propria depressione e pensiero suicida, paranoia e isolamento; a volte l’induzione di inappetenza grave sino all’anoressia mentale che puo’ persistere anche dopo la sospensione del farmaco. La ripetuta assunzione di ecstasy o altre anfetamine, puo’ condurre ad un forte legame psichico. Il soggetto diventa incapace di provare le “normali soddisfazioni e sensazioni” prodotte dalle relazioni interpersonali, dalle attivita’ ricreative e dal proprio mondo psichico: senza pastiglie le cose appaiono incolori. Inoltre, la sospensione brusca dell’assunzione nei soggetti che assumono anfetamine quotidianamente provoca una sintomatologia di tipo astinenziale che consta di disturbi fisici, quali cefalea, sudorazione profusa, palpitazioni, vertigini, crampi muscolari, disturbi vasomotori ed effetti spiacevoli, in gergo denominati crasi, rappresentati da ansieta’, tremori, irritabilita’, disturbi del sonno, affaticamento, depressione e isolamento sociale. Alla cessazione degli effetti stimolanti insorge, pertanto, un desiderio incoercibile di assumere la sostanza allo scopo di porre fine alla sindrome astinenziale.

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