Emiliano indagato per campagna primarie Pd 2017

Emiliano indagato per campagna primarie Pd 2017
Michele Emiliano
11 aprile 2019

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e’ indagato con il suo capo di gabinetto e tre imprenditori dalla Procura di Bari per una vicenda che riguarda una fattura da 65.000 euro pagata da due imprenditori baresi ad una agenzia di comunicazione che ha curato la sua campagna elettorale per le primarie del Pd del 2017. I reati contestati a vario titolo sono induzione indebita a dare o promettere utilita’, abuso di ufficio e false fatture. L’indagine della Guardia di Finanza di Bari, coordinata dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno, coinvolge 5 persone.

Oltre al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e al suo capo di gabinetto, Claudio Stefanazzi, sono indagati tre imprenditori, due di una azienda barese che avrebbe finanziato con 65mila euro parte della campagna elettorale per le primarie del Pd del 2017 e un altro, titolare della agenzia di comunicazione, creditrice della somma, che curo’ quella campagna. Nell’ambito dell’indagine, i finanzieri baresi hanno acquisito documentazione nella sede della Presidenza della Regione Puglia. Ai pubblici amministratori la magistratura barese contesta i reati di induzione indebita in concorso con gli imprenditori e abuso d’ufficio, ai soli imprenditori le false fatture fatte per giustificare quel pagamento.

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Avendo pero’ saputo dell’inchiesta due giorni fa, prima che i finanzieri si presentassero alla Regione, Emiliano e’ andato di persona in Procura e ha denunciato una violazione del segreto istruttorio. “Lunedi’ 8 aprile – racconta – sono infatti venuto a conoscenza che giovedi’ 11 sarei stato oggetto di una attivita’ di acquisizione di documenti e dati da parte della GdF in relazione ai finanziamenti percepiti in occasione della mia campagna per le primarie del Pd del 2017. La fuga di notizie in piena violazione del segreto istruttorio precisava ulteriori fatti e circostanze”.

Cosi’, prosegue, ha subito denunciato l’accaduto “al fine di ottenere la massima tutela da possibili violazioni del segreto istruttorio di natura strumentale atteso il mio ruolo pubblico”. “Questa mattina alle ore 9 – prosegue Emiliano – come anticipato dalla fonte indicata al Procuratore della Repubblica il giorno prima, la Guardia di finanza di Bari mi chiedeva di potere verificare alcune chat del mio telefono e mail relative agli scambi di messaggi con alcuni soggetti di interesse dell’ufficio. Contemporaneamente identica acquisizione e’ stata effettuata al mio Capo di Gabinetto”. “Abbiamo fornito piena collaborazione – aggiunge – al fine di consentire l’acquisizione di tutti gli elementi utili, nella convinzione di avere operato con assoluta correttezza e rispetto delle leggi”.

“Avere appreso preventivamente di atti giudiziari che poi effettivamente si sono svolti cosi come mi era stato anticipato – ha detto ancora – mi ha molto colpito e mi auguro che tale circostanza consenta alla Procura della Repubblica di Bari di accertare sino in fondo la verita’ a tutela mia personale, della funzione da me esercitata, e soprattutto della comunita’ che rappresento”. “Questo – ha concluso – rende doverosa la verifica della correttezza di tutti gli accertamenti in corso per garantirne la non strumentalizzazione, nonostante la violazione del segreto istruttorio verificatasi nel caso di specie”.

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