Energia, Italia scommette su America latina

Energia, Italia scommette su America latina
13 dicembre 2017

Investire sulla rete energetica e nella lotta alla corruzione “come fattore di crescita”. L’Italia ha scelto le sue “priorità” per “dare una possibilità” di sviluppo all’America latina e al rafforzamento della cooperazione con quell’area del mondo, scommettendo in particolare sul “ruolo propulsivo” delle piccole e medie imprese, che rappresentano “il vero capitale produttivo del Paese”. Aprendo i lavori della VIII Conferenza Italia-America latina e Caraibi, ospitata alla Farnesina, il ministro degli Esteri Angelino Alfano non ha avuto dubbi nell’indicare la strada da percorrere per “un rafforzamento della cooperazione economica e industriale” che consenta di “rimuovere i tanti ostacoli che impediscono all’individuo di realizzarsi”. Primi fra tutti, “le disuguaglianze e le barriere sociali”. Sull’opportunità di un dialogo capace di costruire una relazione di maggiore collaborazione e simmetria, di minore dipendenza tra America latina e Italia, concordano tutti i partecipanti alla Conferenza odierna: ministri, ambasciatori e delegati di governo. “Nel contesto internazionale, l’Italia può giocare un ruolo determinante, può captare la nuova dimensione rappresentata dall’America latina, riconoscendo le sue potenzialità”, ha indicato nel suo messaggio l’ambasciatore del Nicaragua, Monica Robelo Raffone. Una necessità, quella di “riconoscere l’enorme potenziale di tutti i Paesi della regione” sottolineata anche dal capo della diplomazia di Bogotà, Maria Angela Holguin. Proprio in Colombia, l’Italia e l’Unione europea devono “intervenire con investimenti per cambiarne il tipo di economia”, in “un momento delicatissimo di transizione tra una fase di guerra e una di pace”, ha precisato da parte sua il vice ministro degli Esteri Mario Giro, accogliendo l’invito di Holguin. L’obiettivo – è il ragionamento – deve essere quello di contribuire a una migliore qualità della vita, a una maggiore tranquillità, un benessere superiore, uan convivenza sociale pacifica.

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Un risultato che va perseguito in tutta la regione latinoamericana e che può essere raggiunto facendo del contrasto alla corruzione uno dei pilastri dell’azione politica interna e della cooperazione con l’Italia. La corruzione minaccia lo stato di diritto, danneggia la fiducia dei cittadini e delle imprese, è un freno all’innovazione, “scoraggia gli investimenti stranieri”, è stato sottolineato durante i lavori alla Farnesina. Una lotta efficace contro questo “ostacolo” a un’economia sostenibile ed equa passa per uno sforzo collettivo delle istituzioni, del settore privato e della società civile. Un’attenta strategia d’impresa, volta ad evitare fatti corruttivi, accompagnata da un sostegno convinto degli Stati alle aziende, avrebbe infatti “ricadute positive sotto il profilo economico” e “conseguenze dirette sulla crescita”. Da un punto di vista prettamente economico e industriale, in ogni caso, gli imprenditori italiani stanno facendo la loro parte, mettendo l’intera regione latinoamericana “al centro dei loro interessi”, ha detto la vice presidente di Confindustria Licia Mattioli. Nel 2016 l’interscambio commerciale ha superato i 21 miliardi di euro, mentre il valore delle esportazioni ha sfiorato i 13 miliardi. Nello stesso anno “sono state quasi 26.000 le imprese italiane che hanno esportato nella regione, oltre il 12% del totale mondiale”. E per quanto reguarda gli investimenti diretti, “sono quasi 3.300 le imprese italiane che operano stabilmente in America centrale e Meridionale”, ha specificato Mattioli, ricordando che queste “occupano in totale oltre 290.000 dipendenti, esprimendo un fatturato che sfiora i 55 miliardi di euro”.

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Tra i “casi di successo” italiani in America latina ci sono grandi aziende come FCA, Salini Impregilo, il Gruppo Gavio, Techint, Eni, Saipem, Lavazza, Barilla, Ferrero. La loro presenza, ha ricordato la vice presidente di Confindustria, assume “un ruolo fondamentale di traino” per le piccole e medie imprese. E’ attingendo alla “ricchezza” delle Pmi che la presenza industriale italiana in America latina potrà compiere un ulteriore salto di qualità, ha argomentato Mattioli, indicando nell’Energia, “il settore che probabilmente riserva le più grandi opportunità di investimento”, in particolare in Argentina. Poter contare su un sistema di produzione e distribuzione efficiente di energia è senza dubbio una condizione essenziale per lo sviluppo economico e la competitività del continente latinoamericano, è stato sottolineato. Una sfida – ha insistito Mattioli – che non può essere affrontata e vinta se non nel rispetto dell’ambiente, attraverso programmi di sviluppo della green economy e delle energie rinnovabili. E siccome “nella generazione di energia da fonti pulite l’Italia è all’avanguardia”, mettere queste sue competenze a disposizione dell’America latina e della sua strategia di modernizzazione energetica significa fornire un contributo decisivo a quello che il ministro degli Esteri boliviano Fernando Huanacuni, ha definito “”il vivere bene”, ovvero “l’unico modo di concepire lo sviluppo”. askanews

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