Energie rinnovabili, il 2013 l’anno più buio

15 marzo 2014

“Dopo un periodo di forte crescita, che nel 2012 ha portato le fonti rinnovabili a soddisfare il 13% del consumo interno lordo di calore e il 28% di elettricita’, con i ricadute positive per l’ambiente, l’occupazione e gli investimenti, nel 2013 il settore ha registrato un durissimo stop”. Secondo le stime pubblicate da Bloomberg new energy finance, infatti, riferisce il Consiglio nazionale della Green economy, “c’e’ stato, in Italia, un calo di oltre il 70% degli investimenti nelle fonti rinnovabili, scesi da 15 miliardi di dollari nel 2012 a 4 miliardi nel 2013”. In termini di “nuova potenza annua installata, si e’ passati da 3,6 GigaWatt a 1,1 GW nel fotovoltaico (-70%), da 1,2 GW a 0,4 GW nell’eolico (-65%), da 150 MegaWatt a 70 MW nel mini-hydro (-55%)”. Si tratta di un “crollo, senza precedenti, causato da una serie di iniziative come l’introduzione di nuove complicazioni procedurali e amministrative”, segnala la nota del Consiglio nazionale della Green economy, come “il taglio drastico degli incentivi, anche in modo retroattivo su impianti in esercizio; il ritardo dell’emanazione di importanti decreti (sui sottoprodotti, teleriscaldamento eccetera)”. Per questo il Consiglio nazionale della Green economy indica al governo Renzi in tema di rinnovabili “tre priorita’ necessarie a un settore di grande importanza per mitigare la crisi climatica e per promuovere la green economy”.

Le “tre priorita’ necessarie a un settore di grande importanza per mitigare la crisi climatica e per promuovere la green economy” che il Consiglio nazionale della Green economy indica al governo di Matteo Renzi sono le seguenti: 1. Attivare una seria azione in favore della semplificazione burocratica per gli impianti di produzione di energia rinnovabile, secondo criteri di massima trasparenza e certezza dei tempi; 2. Definire una politica di sviluppo degli investimenti per le rinnovabili che, pur muovendosi verso un graduale superamento del sistema degli incentivi in tariffa, attuando la recente Delega sulla fiscalita’ ambientale, preveda ‘nuove forme di fiscalita’ finalizzate a orientare il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili, e a rivedere la disciplina delle accise sui prodotti energetici e sull’energia elettrica, anche in funzione del contenuto di carbonio’; 3. Impegnarsi, nell’ambito della definizione europea di un nuovo quadro strategico al 2030, per nuovi obiettivi per la riduzione dei gas serra, per lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica coerenti con gli impegni internazionali sul clima.

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