Eni: “Qualità ambiente ottima secondo gli standard normativi vigenti”

Eni: “Qualità ambiente ottima secondo gli standard normativi vigenti”
2 aprile 2016

“Lo stato di qualità dell’ambiente, studiato e monitorato in tutte le sue matrici circostanti il Centro Olio” di Viggiano (Potenza) “è ottimo secondo gli standard normativi vigenti”. Lo scrive in una nota l’Eni, riferendosi ai risultati emersi da “studi commissionati ad esperti di conclamata esperienza professionale ed autorevolezza in campo scientifico sia a livello nazionale che internazionale”. Gli stessi studi “sono stati tutti in totale trasparenza – evidenzia la compagnia – depositati nel procedimento penale in corso”.  “Appena giunta a conoscenza dell’esistenza di un procedimento penale che coinvolge le attività del Centro Olio” l’Eni ha ritenuto doveroso condurre una serie di approfondimenti indipendenti e che ne assicurassero un alto livello di terzietà, che consentissero di fornire un quadro quanto più oggettivo e veritiero sullo stato attuale di tutti i profili interessati dall’attività industriale”. Tra i risultati Eni evidenzia che “le acque di reiniezione non sono acque pericolose, né da un punto di vista della normativa sui rifiuti, né da un punto di vista sostanziale”, che “l’attività di reiniezione svolta presso il Centro non solo è conforme alla legge italiana e alle autorizzazioni vigenti, ma risponde alle migliori prassi internazionali” e che “l’attività di reiniezione è la migliore pratica anche da un punto di vista ambientale”. Inoltre “non ricorrono casi di patologie neoplastiche fra i dipendenti riconducibili ai fattori di rischio occupazionali. Medesime conclusioni per i dipendenti Eni che dal 1998 ad oggi hanno lavorato esclusivamente sulle aree pozzo e siti afferenti al Centro”.

Ancora il comunicato dell’Eni. Di seguito, il comunicato inviato dall’Eni sulla qualità dell’ambiente nella zona del Centro Olio di Viggiano (Potenza). “Eni, appena giunta a conoscenza dell’esistenza di un procedimento penale che coinvolge le attività del Centro Val d’Agri (Cova), avviato dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Potenza, ha ritenuto doveroso condurre una serie di approfondimenti indipendenti e che ne assicurassero un alto livello di terzietà, che consentissero di fornire un quadro quanto più oggettivo e veritiero sullo stato attuale di tutti i profili interessati dall’attività industriale: e precisamente, se le tecnologie in uso presso il Cova rispondano alle Best Available Tecnlogies e se le modalità di gestione operativa siano conformi alle best practice internazionali. In quest’ottica, gli studi sono stati commissionati ad esperti di conclamata esperienza professionale ed autorevolezza in campo scientifico sia a livello nazionale che internazionale. Infine sempre nell’intento di avere la reale fotografia della situazione ambientale e sanitaria connessa alle attività del Centro Olio, gli accertamenti condotti, fra l’altro, si basano su dati oggettivi desunti da peculiari e approfondite indagini di campo: monitoraggio e analisi della qualità delle acque per 75 giorni continuativi, 24 ore su 24; monitoraggio e analisi dei livelli emissivi del Centro Olio per 30 giorni continuativi; monitoraggio e analisi della qualità dell’aria registrata dalla centraline nelle aree esterne al Centro Olio per 28 giorni continuativi, in periodo invernale ed estivo”.

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E ancora. “Tale monitoraggio prevede l’utilizzo di centraline indipendenti rispetto a quelle già esistenti dell’Arpab; monitoraggio e analisi della qualità dell’aria mediante tecnologie innovative per: (i) emissioni fuggitive lungo il perimetro del Centro Olio mediante radielli; (ii) emissioni alla torcia alta mediante utilizzo di un drone sperimentale all’uopo realizzato (in corso di svolgimento). Il risultato, rispetto ai temi oggi di maggiore interesse, è che: le acque di reiniezione non sono acque pericolose, né da un punto di vista della normativa sui rifiuti, né da un punto di vista sostanziale; l’attività di reiniezione svolta presso il Centro Olio non solo è conforme alla legge italiana e alle autorizzazioni vigenti, ma risponde alle migliori prassi internazionali; l’attività di reiniezione è la migliore pratica anche da un punto di vista ambientale; lo stato di qualità dell’ambiente, studiato e monitorato in tutte le sue matrici circostanti il Centro Olio, è ottimo secondo gli standard normativi vigenti; non ricorrono casi di patologie neoplastiche fra i dipendenti riconducibili ai fattori di rischio occupazionali. Medesime conclusioni per i dipendenti Eni che dal 1998 ad oggi hanno lavorato esclusivamente sulle aree pozzo e siti afferenti al Centro Olio. In coerenza con la volontà di Eni di comprendere la situazione ambientale connessa all’attività del Centro Olio, gli studi di cui sopra sono stati tutti in totale trasparenza depositati nel procedimento penale in corso”.

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