Era onlus alla Giannini: “Non uccidete la lingua italiana”

8 marzo 2014

“Il Miur non avalli il genocidio linguistico di 60milioni di italiani”. È questo l’allarmante appello che Giorgio Pagano, presidente di Era onlus, Associazione per la democrazia linguistica, rivolge al neo ministro Stefania Giannini. La “preghiera” si riferisce all’udienza, che si svolgerà martedì prossimo al Consiglio di Stato, sul ricorso presentato da Miur e Politecnico di Milano, contro la sentenza del Tar Lombardia che aveva bloccato il PoliMI nella decisione di immolare la lingua italiana sull’altare della internazionalizzazione a favore della lingua inglese. In soldoni, addio alla lingua italiana in tutti i percorsi di laurea magistrale. La battaglia, per alcuni molto di retroguardia, contro il rettore Giovanni Azzone porta la firma di 234 professori (su 1386) del Politecnico.

Pagano, dunque, chiede alla Giannini di togliere la licenza di uccidere la lingua italiana al senato accademico del PoliMi, licenza che viola, peraltro, le leggi italiane che tutelano la nostra lingua in Italia, ma anche le Convenzioni internazionali che vietano espressamente la discriminazione linguistica – in questo caso portata avanti da una Istituzione italiana contro italiani in Italia – e che vanno dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo alla Convenzione Unesco contro la discriminazione nell’educazione. Una decisione che arrecherebbe un danno non soltanto ai 60 milioni di italiani ma anche agli 80 milioni di italofoni nel mondo, i quali, fanno di tutto per tutelare e valorizzare la lingua italiana all’estero. Senza contare, aggiunge il presidente di Era (nata nel 1987 per frenare gli aspetti più sofisticatamente aggressivi dei nazionalismi e dell’attività discriminatoria di alcuni popoli su altri) “il danno enorme sia per l’editoria scientifica in italiano che per assunzioni di concittadini – si privilegeranno conseguentemente docenti e personale madrelingua inglese – come, anche, l’assassinio del sapere scientifico in italiano”. La parola, anche in questo caso, spetterà ai togati.

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