Esplosione alla cascina, i funerali dei tre vigili del fuoco

8 novembre 2019

Tra le lacrime e la commozione, una grande folla ha assistito, ad Alessandria, ai funerali Antonino Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo, i vigili del fuoco morti nell’esplosione di Quargnento. Le sirene dei vigili del fuoco e gli applausi hanno accolto il passaggio dei feretri all’ingresso della cattedrale di Alessandria, dove il vescovo, monsignor Guido Gallese, ha celebrato i funerali. Presente alla cerimonia anche il premier Giuseppe Conte, accompagnato dal ministro dell’interno, Luciana Lamorgese, e dal presidente della Camera, Roberto Fico.

“Coraggio, facciamoci coraggio“, ha detto Conte ai familiari delle vittime. Il premier si è fermato ad abbracciarli e a rivolgere loro le condoglianze. I feretri sono stati portati a spalle dai colleghi delle tre vittime dalla vicina piazza della Libertà tra due ali di folla. Le bare, avvolte dal tricolore, sono state adagiate su un tappeto rosso davanti all’altare. Sopra il casco da vigile del fuoco. Sullo sfondo le note dell’organo. Alla cerimonia funebre hanno partecipato circa 1500 vigili del fuoco provenienti da tutta Italia.

“Dovete beccarli, dovete fare di tutto per beccarli”. La madre di Antonino Candido si è rivolta così, in lacrime, al premier Conte, chiedendo che vengano presi i responsabili dello scoppio nella cascina. Conte ha a lungo abbracciato la donna prima di lasciare la cattedrale di Alessandria al termine dei funerali solenni. “Siamo qui, in questo momento di dolore profondo, per chiedere la benedizione di Dio per Nino, Marco e Matteo, morti in un atto di servizio alla comunità”, sono invece le prime parole del vescovo di Alessandria, monsignor Guido Gallese, pronunciate durante la cerimonia. “.

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In questo momento di dolore, dobbiamo scegliere l’amore di Gesù, l’unico che ci può dare la forza di non essere travolti dal male, dalla disperazione, dall’amarezza”, ha continuato il vescovo. All’altare della cattedrale, il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Alessandria, Roberto Marchioni, commosso ha detto che “bisogna capire perché e chi ha fatto questo”, spiegando commosso che “siamo passati dalla speranza che tutto si risolvesse per il meglio, al rendersi conto che non sarebbe andata così all’incredulità e poi alla rabbia”.

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