Eterologa, da giudice Bologna via libera a due coppie

19 agosto 2014

Non esiste allo stato nessun vuoto normativo che impedisce di procedere a una coppia di accedere immediatamente all’eterologa, secondo le regole della medicina e della legislazione sanitaria vigente. E’ questo, al netto dei “giudizi dei burocrati”, il messaggio che emerge dalla decisione del giudice della prima sezione civile del Tribunale di Bologna, Antonio Costanzo, di accogliere il ricorso di due coppie presentato prima della sentenza della Consulta della Corte costituzionale che lo scorso aprile ha giudicato incostituzionale il divieto alla fecondazione eterologa.

La sentenza – che è stata depositata il 14 agosto, si riferisce a un ricorso “congelato” per quattro anni dal giudice di Bologna – di fatto conferma quanto già stabilito lo scorso aprile. La Corte, infatti, ha giudicato “illegittima” la norma della legge 40 che vieta il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. “Non viene introdotta nessuna novità” dal punto di vista giuridico, ci tiene a precisare a TM News Massimo Clara, legale delle due coppie assieme ai colleghi Marilisa D’Amico, Mariapaola Costantini e Sebastiano Papandrea.

Ma la novità emersa dalla sentenza del giudice felsineo funge da “avvertimento” per chi ha tentato di sminuire la potenza del verdetto della Corte costituzionale: “C’è stato chi ha voluto, dopo la sentenza fare una cortina fumogena – ha spiegato Massimo Clara -. Certi avvocati avversari all’eterologa hanno fatto anche pressione sul ministero con la speranza che il dibattito parlamentare rallentasse” di fatto il momento in cui si sarebbero dovute prendere decisioni. La sentenza di Bologna è come un “colpo d’acceleratore”. “L’eterologa si può fare – ha aggiunto – ci sono i tempi tecnici. Probabilmente già a settembre. So che diversi centri in Italia si stanno allertando per arrivare preparati”.

La conferma arriverebbe anche dalle Regioni, per ora bloccate in attesa di un via libera dal ministero: “Si tratta di una sentenza che ribadisce ciò che noi abbiamo sempre sostenuto: cioè che esiste un diritto, senza alcun vuoto legislativo, e che tale diritto deve essere reso esigibile anche attraverso il servizio pubblico” ha spiegato l’assessore alle Politiche per la salute dell’Emilia-Romagna, Carlo Lusenti.
“Ho nuovamente sollecitato la commissione salute della Conferenza delle Regioni – ha aggiunto -, per definire norme tecniche comuni da adottare entro i primi di settembre. Se per quella data non saremo pronti, adotteremo delle norme autonomamente perché non possiamo accettare che si prosegua oltre in una fase di indeterminatezza di questo diritto”.

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