Europee, Lega punta a record storico voti e conquista Comuni rossi

Europee, Lega punta a record storico voti e conquista Comuni rossi
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti
24 maggio 2019

La Lega si avvicina al voto di domenica con la scommessa di segnare un nuovo record storico di consensi a livello nazionale e di conquistare diversi Comuni del centro-Nord, ex roccaforti della sinistra. Oltre che a riconsegnare la Regione Piemonte alla coalizione del centrodestra. Dopo l’exploit alle politiche dello scorso anno, in cui ha di poco superato il 17 per cento dei consensi, cifra mai sfiorata in passato, il partito di Matteo Salvini punta ad avvicinarsi al raddoppio. Anche se ieri il vice di Salvini, Giancarlo Giorgetti, ha definito il 30% un “obiettivo troppo ambizioso”, sostenendo che gia’ replicare il 17% sarebbe un buon risultato.

Al di la’ del realismo pragmatico del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non e’ un mistero che Salvini miri ad avvicinarsi a quell’obiettivo. Comunque vada, ogni risultato sara’ piu’ che soddisfacente, se si considera che, alle ultime europee, solo cinque anni fa, il tema era la lotta della Lega per la sopravvivenza. Allora, nel maggio 2014, nel primo banco di prova alle urne di Salvini appena eletto segretario, la Lega ottenne poco piu’ del 6%, superando ampiamente la soglia di sbarramento (che e’ al 4%), ‘salvandosi’ dal periodo ‘buio’ dei magri consensi elettorali in seguito allo scandalo per l’uso dei fondi del partito che porto’ alle dimissioni di Umberto Bossi.

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L’obiettivo dei leghisti in vista di domenica, ha spiegato ‘in chiaro’ Salvini, e’ diventare “il primo partito in Italia e in Europa”. In quanto prima formazione politica nel Paese, al ‘capitano’ leghista questa consultazione serve soprattutto per ‘ri-calibrare’ i rapporti di forza con gli alleati di governo del Movimento 5 stelle. Salvini da mesi ripete che domenica “si vota sull’Europa e non sul governo italiano”, che lui e’ “leale” e che l’esecutivo Conte “andra’ avanti”. Non c’e’ poi esponente leghista – ne’ 5 stelle, per la verita’ – che confermi che, dopo il voto, vi sara’ la richiesta di procedere a un rimpasto di governo.

Anche se i leghisti parlano apertamente di ridefinizione dei temi e dell’agenda, citando per esempio l’autonomia regionale. Di certo, pero’, Salvini punta a vincere la tesissima gara interna al governo su chi sara’ il primo partito e ad aumentare il piu’ possibile la forbice di consensi che lo distanzia dai 5 stelle. Ma la ‘gara’ e’ in realta’ contro tutti: anche contro i ‘vecchi’ alleati del centrodestra, Forza Italia e Fratelli d’Italia, cui punta a togliere consensi, nel lungo processo avviato di ‘cannibalizzazione’ della coalizione.

Al di la’ dell’eco nazionale del voto europeo e delle sue conseguenze sulla politica interne, e’ alquanto improbabile che i consensi che la Lega auspica di ottenere domenica possano produrre uno stravolgimento degli equilibri che Salvini vorrebbe stravolgere a Strasburgo, portando i ‘sovranisti ad essere maggioranza in Europa. Come ha detto Giorgetti, ci si attende che l’esito delle Europee porti alla formazione di una commissione nuova riedizione della ‘Grosse Koalition’ che da tempo guida l’Unione europea.

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Salvini ha lavorato negli ultimi mesi ad allargare il fronte dei sovranisti dell’Enf, gruppo di cui fa parte insieme, tra gli altri, ai tedeschi dell’AfD, i francesi del Rassemblent national, gli olandesi del Pvv e gli austriaci dell’Fpo. Ma le new entry – che, insieme agli alleati storici Marine Le Pen e Geert Wilders, hanno sfilato nella manifestazione di piazza Duomo a Milano – sono state le seguenti: il partito popolare conservatore danese, i Veri finlandesi, gli slovacchi di Sme Rodina, i bulgari di Volya, i cechi di Spd, e gli estoni dell’Ekre. Ed e’ finora fallito ogni tentativo di far virare ‘verso destra’ i Popolari europei, grazie alla spinta dell’amico ungherese Viktor Orban (per la verita’, attualmente sospeso dal Ppe).

L’altro obiettivo leghista in vista dell’election day di domenica e’ tutto interno: ovvero la conquista di alcuni Comuni roccaforti della sinistra. Tra queste, per esempio, Ferrara, dove corre Alan Fabbri, 40enne ex sindaco di Bondeno, bassista di una folk band, ‘I Nausicaa’, consigliere emiliano dopo la sconfitta alle Regionali scorse, in cui sfioro’ il 30%. Occhi puntati su tutto il Centro-Nord, Emilia-romagna e Toscana: Salvini punta, qui, ad aggiudicarsi la guida di diverse citta’, ‘antipasto’ delle Regionali prossime che vuole ‘sbancare’.

Altro target di via Bellerio e’ il Piemonte. Il ‘plenipotenziario’ leghista, qui, e’ il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, che si e’ impegnato ‘pancia a terra’ per le Regionali, dove il centrodestra ha candidato Alberto Cirio di Forza Italia. Anche se la guida non andra’ direttamente a un ‘suo’ uomo, Salvini conta di riconquistare la Regione che fu di Roberto Cota e, grazie all’onda delle Europee, di realizzare consensi molto alti e aggiudicarsi tutti i posti chiavi nella prossima giunta. In regione, l’altro obiettivo e’ la poltrona di sindaco della roccaforte rossa di Novi Ligure.

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