Famiglia dello Zimbabwe bloccata da due mesi in aeroporto di Bangkok. Commossi molti sudditi del regno del sudest asiatico

Famiglia dello Zimbabwe bloccata da due mesi in aeroporto di Bangkok. Commossi molti sudditi del regno del sudest asiatico
La famiglia di quattro adulti e quattro bambini non ha i visti per il viaggio di andata, rifiuta di tornare in Zimbabwe e viene loro negato il rientro in Thailandia dopo il soggiorno in ritardo. PHOTO: THE NATION/ASIA NEWS NETWORK
28 dicembre 2017

Una famiglia dello Zimbabwe è bloccata da due mesi all’interno dell’aeroporto di Bangkok, in una vicenda, raccontata dall’immigrazione thailandese, che ha commosso molti sudditi del regno del sudest asiatico. La famiglia, quattro adulti e quattro bambini dai due agli undici anni, da fine ottobre tenta di lasciare la Thailandia, ma non ha i visti per proseguire il suo viaggio, si rifiuta di tornare in Zimbabwe e non può rientrare in Thailandia perché è rimasta oltre la scadenza dei visti nel Paese. Perciò è costretta a restare nell’area lato volo dell’aeroporto. La loro vicenda è venuta alla luce quando un tailandese ha pubblicato su Facebook una foto nella quale consegna un regalo di Natale a uno dei bambini. Il post, che spiega la storia della famiglia, è diventato virale e sono emerse molte domande su come otto persone abbiano potuto vivere in aeroporto per tanto tempo. Il paragone più immediato è con il film del 2004 “The Terminal”, nel quale un uomo, interpretato da Tom Hanks, resta bloccato in un aeroporto di New York a seguito della caduta del suo governo, che rende inservibili i suoi documenti. Il servizio immigrazione ha spiegato che la famiglia è entrata in Thailandia a maggio con dei visiti turistici.

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Il 23 ottobre hanno tentato di volare in Spagna via Ucraina, ma la compagnia aerea li ha bloccati perché sprovvisti di visti per la Spagna. Dato che i visti turistici per la Thailandia erano scaduti da vari mesi non hanno potuto rientrare nel Paese. Sono intrappolati, dato che inoltre “si sono rifiutati di entrare in Zimbabwe citando timori per la loro sicurezza alla luce dei disordini in Zimbabwe” ha spiegato un agente del servizio immigrazione che intende restare anonimo. La famiglia viene nutrita dalle linee aeree. L’esercito dello Zimbabwe ha estromesso il despota 93enne Robert Mugabe a novembre avviando una transizione dopo decenni di regime autoritario e corrotto. Ma i disordini sono stati limitati e il governo ha invitato chi è fuggito sotto Mugabe a tornare in Zimbabwe. La famiglia ha chiesto asilo nella speranza di essere ricollocata fuori dalla Thailandia, che formalmente non accetta rifugiati. Vivian Tan, una portavoce dell’Unhcr a Bangkok ha detto che l’agenzai Onu pe ri rifugiati “attualmente sta esplorando potenzili soluzioni” per la famiglia. Grazie ai suoi accordi per i visti all’arrivo con molti Paesi, la Thailandia è da tempo una destinazion per chi fugge da guerre e povertà. Ma non consente ai richiedenti asilo di prendere residenza definitiva ed è quindi un Paese di transito per i rifugiati.

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