Fari puntati su Sicilia, ma si guarda anche a liste Politiche

Fari puntati su Sicilia, ma si guarda anche a liste Politiche
Il segretario del Pd, Matteo Renzi
7 settembre 2017

Il voto del 5 novembre sara’ la bussola anche per le Politiche, visto che ogni forza parlamentare in campo attende l’esito delle elezioni in Sicilia per muoversi in ottica nazionale. Il Pd per esempio vorrebbe replicare il ‘modello Micari’ anche quando si votera’ l’anno prossimo, presumibilmente a marzo. Ovvero tenere dentro Pisapia e magari offrire anche diritto di tribuna alla Camera ad esponenti di Campo progressista e non e’ escluso di Alternativa popolare. Al Senato, qualora la legge elettorale non dovesse mutare (si sta tornando a discutere di un ‘Rosatellum’ modificato ma i Cinque stelle non ci stanno), potrebbe esserci ai nastri di partenza, visto il tetto dell’8% per chi non va in coalizione, una rosa ristretta di partiti. Nel frattempo i leader dei vari partiti hanno aperto anche il ‘dossier’ sulle liste. Berlusconi, per esempio, punta ad avere fedelissimi tra i capilista ed ha intenzione di attingere soprattutto alla societa’ civile. Ma anche Renzi intende schierare, riferiscono fonti parlamentari dem, nei posti blindati professionisti provenienti dal mondo del lavoro, non necessariamente conosciuti. E far si’ che tutti i ‘big’, compreso molti ministri, corrano al Senato.

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E’ da tempo che l’ex premier e’ orientato a candidarsi proprio a palazzo Madama (potrebbe optare oltre che per la Toscana, per la Lombardia e una regione del sud come la Campania). La maggior parte dei ‘big’ del Nazareno quindi potrebbero rincorrere le preferenze per rientrare in Parlamento. E potrebbe farlo anche chi ha superato il limite dei tre mandati. Per tanti esponenti politici di prima fila, come i ministri Franceschini, Pinotti, Minniti, ma anche Finocchiaro, Damiano, Latorre, Sposetti, Giachetti, serve il disco verde della maggioranza assoluta della Direzione nazionale Dem. Ma il nodo per far si’ che non venga meno quel contributo – recita lo statuto – “fondamentale alla luce dell’esperienza politico-istituzionale, delle competenze e della capacita’ di lavoro” potrebbe essere sciolto chiedendo ai parlamentari in questione di andare a caccia di voti. Per il momento sono in corso, spiega un ‘big’ dem, solo delle valutazioni, nulla di piu’. Non e’ stata per esempio decisa la quota che spettera’ alla minoranza. Le indicazioni emerse dalle primarie potrebbero essere tenute in considerazione ma – spiegano fonti parlamentari del Pd – “i nomi saranno legati ai progetti, per la minoranza non ci sara’ certo la quota che Bersani riservo’ a Renzi”. In ogni caso anche negli altri partiti, con l’avvicinarsi della fine della legislatura, si cominciano a fare i conti. “Quando sembrava affacciarsi il ‘tedeschellum’ tutti gia’ parlavano delle liste, ora e’ chiaro che c’e’ la preoccupazione su come muoversi”, sottolinea piu’ di un parlamentare. Dirimente sara’ ovviamente la legge elettorale.

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