Fiducia dei consumatori boom. Pil oltre le attese

Fiducia dei consumatori boom. Pil oltre le attese
28 ottobre 2015

Vola la fiducia dei consumatori italiani, al top dal 2002, e il Pil del 2015 cresce più delle attese. Buone notizie arrivano dall’Istat e da Bankitalia, anche se in contrasto con i dati diffusi oggi dall’Eurostat dove la crescita dei consumi procapite nell’area euro nel secondo trimestre, invece, risulta ferma. Secondo l’istituto di statistica ad ottobre l’indice di fiducia dei consumatori ha toccato quota 116,9 da 113 del mese precedente: si tratta del valore più alto dal febbraio del 2002, ossia da ben tredici anni. A migliorare sono le stime sia dei giudizi sia delle attese sull’attuale situazione economica del Paese (a -32 da -46 e a 27 da 15, i rispettivi saldi). Ottimismo anche da Bankitalia: nel 2015 la crescita economica sfiorerà l’1%, superando le previsioni. Lo ha affermato il governatore Ignazio Visco, intervenendo alla 91esima giornata mondiale del risparmio.

“La crescita dell’attività nel 2015 – ha sottolineato Visco – potrebbe superare quella indicata nelle nostre proiezioni di luglio (+0,7%, ndr), sfiorando l’1%”. Non solo. L’occupazione aumenta anche grazie alle misure adottate dal governo (dal Jobs act agli sgravi per le assunzioni) e continuerà a sostenere i consumi delle famiglie, secondo il governatore. Il trend risulta invertito, invece, se si guarda ai dati dell’eurozona dove la crescita dei consumi nel secondo trimestre sta vivendo una fase di stallo, mentre i redditi disponibili hanno segnato una netta frenata. Secondo una statistica diffusa da Eurostat, nel secondo trimestre la crescita reale del redditi procapite disponibili lordi si è attestata ad un mesto 0,1 per cento, a fronte del più 0,9 per cento dei tre mesi precedenti. Nello stesso periodo i consumi procapite reali hanno segnato una variazione nulla, a fronte del più 0,8 per cento del primo trimestre. Una situazione, tuttavia, da cui anche Bankitalia mette in guardia: “Nell’area dell’euro e in Italia – ha detto Visco – pesano in prospettiva i rischi connessi con il rallentamento dell’economia cinese e, più in generale, con l’andamento dei paesi emergenti”.

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