Finanziaria, botta e risposta tra Baccei e Ardizzone. “Roma non si fida dell’Ars”. “La Sicilia non è la Grecia e lui non è la Troika”

Finanziaria, botta e risposta tra Baccei e Ardizzone. “Roma non si fida dell’Ars”. “La Sicilia non è la Grecia e lui non è la Troika”
25 marzo 2015

di Giuseppe Novelli

Botta e risposta tra Alessandro Baccei (foto) e Giovanni Ardizzone. Terreno di scontro la Finanziaria regionale che dovrà avere il via libera dal parlamento siciliano entro la fine di aprile. Ad accendere la miccia proprio l’assessore all’Economia della Regione Siciliana, commentando l’incontro romano di ieri con il sottosegretario alla presidente del Consiglio, Graziano Delrio. “Gli incontri – afferma Baccei – sono andati tecnicamente bene, salvo ulteriori approfondimenti. Pero’, c’e’ un grosso punto interrogativo, cioe’ che all’Ars la finanziaria venga cambiata, facendo saltare le riforme. Se a Palazzo dei Normanni si mettono a fare i ‘maestrini’, a cominciare dal presidente Ardizzone, si rischia di complicare tutto”. In altre parole, per l’uomo inviato da Renzi per tenere sotto controllo le casse regionali, “c’e’ la forte preoccupazione che le riforme promesse non arrivino”. Per essere ancora più chiari, “c’è il timore che le norme che abbiamo approvato in giunta vengano modificate dopo avere ricevuto l’aiuto richiesto”. Secondo indiscrezioni, Roma sarebbe pronta a dare oltre 3 miliardi ma a Palazzo Chigi la preoccupazione e’ che le riforme promesse dal Governo regionale, punto indispensabile affinché il governo Renzi dia una mano alla Sicilia, non superino la prova dell’Ars. L’aiuto da parte del governo centrale non sarebbe materialmente un trasferimento di risorse nella casse regionali ma di operazioni contabili che permetteranno di turare le falle. Intanto, la manovra è al palo. La Giunta Crocetta ha approvato solo la Finanziaria, contenente misure che faranno risparmiare fra i 150 ed i 200 milioni. Ma il testo non e’ stato ancora trasmesso e l’Ars non vorrebbe comunque iniziarne l’esame senza che arrivi anche il bilancio.

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LA REPLICA Immediata la replica del presidente dell’Ars. “La Sicilia non è la Grecia e lui non è la Troika – tuona Ardizzone -. Baccei dimentica di essere un assessore del governo regionale siciliano, con il preciso compito di garantire alla nostra Isola le risorse che, per Costituzione e Statuto, le sono dovute e che non sono una cortesia del governo nazionale nei nostri confronti”. Secondo Ardizzone, fino a oggi, da parte dell’assessore all’Economia “ci sono stati troppi silenzi, anche quando, con semplici colpi di penna, lo Stato, come per magia, ha sottratto unilateralmente ingenti risorse”. Il presidente dell’Ars punta il dito contro le risorse sottratte da Roma. “Il forte squilibrio dei conti regionali – dice – è in massima parte riconducibile a decisioni statali che hanno creato, nel tempo, condizioni di forte criticità nelle finanze della Regione”. In primis la quota di compartecipazione della Regione al Fondo sanitario “che nel 2007 lo Stato, u unilateralmente, ha innalzato al 49,11%, sottraendoci 600 milioni di euro l’anno”.

Poi il contributo di 1,2 miliardi per il 2015 richiesto alla Sicilia per il risanamento dei conti pubblici nazionali. “Un importo iniquo se rapportato a quelle delle altre regioni a Statuto speciale – aggiunge Ardizzone – Stesso discorso per la continua erosione dell’Irpef relativa ai redditi prodotti in Sicilia. Nonostante l’articolo 36 dello Statuto siciliano attribuisca all’Isola la totalità delle entrate tributarie erariali riscosse nel territorio, lo Stato ha progressivamente incamerato parte crescente di questo gettito, trasferendo al di fuori della Regione gli uffici finanziari addetti alla riscossione. Le ultime stime ci dicono che il danno è di circa 3 miliardi di euro l’anno”. Qualche esempio. “Il trasferimento a Latina del centro di riscossione per i dipendenti pubblici: meno 250 milioni – sottolinea Ardizzone – E ancora, l’assorbimento del Banco di Sicilia e Sicilcassa da parte di Unicredit con trasferimento del centro a Milano: meno 150 milioni. Anche queste somme devono tornare nelle casse della Regione. Senza se e senza ma”. “Baccei – conclude – ha il dovere di proporre un bilancio e una legge finanziaria che consentano il risanamento economico della Regione e soprattutto lo sviluppo della nostra Isola. Tutto il resto sono chiacchiere in libertà”.

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CROCETTA A gettare acqua sul fuoco il governatore della Sicilia che evidenzia che non c’è nessuno scontro con Ars e Ardizzone. “Nell’incontro avuto ieri con il presidente Ardizzone – dice Rosario Crocetta – mi è sembrato di cogliere una grande volontà di portare avanti il processo riforme, la stessa sensazione avuta dal confronto con diversi rappresentanti parlamentari. Io credo che governo e parlamento, su questo fronte di rinnovamento per la Sicilia, lavoreranno insieme. Il tema principale ora è far quadrare i conti e cambiare rotta attraverso riforme serie. Con il presidente Ardizzone c’è una linea di confronto aperta, che continuerà per il bene comune della Sicilia”.

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