Turismo sostenibile in beni confiscati alla mafia

Turismo sostenibile in beni confiscati alla mafia
16 dicembre 2014

Fare turismo sostenibile nei beni confiscati alla mafia in Sicilia. È il progetto della cooperativa sociale Libera-Mente, vincitrice del Premio Edison Start per le tre start up più innovative e sostenibili con il progetto “Fiori di campo”: si chiama così il bene confiscato nel Comune di Cinisi che i fondatori si sono aggiudicati nel 2012 con un bando pubblico. Francesco Costantino, socio fondatore della cooperativa sociale: “Abbiamo avviato grazie all’aiuto dei volontari di Libera un percorso di ripristino del bene confiscato, che è diventato un centro culturale”. L’obiettivo finale è trasformare le cinque villette del complesso in un servizio aperto soprattutto alle categorie svantaggiate come minori, disabili, anziani e persone meno abbienti, facendo turismo sociale. “Un turismo dove la persona viene non solo per essere ospitata e godersi il mare, che si trova a 300 metri, ma che valorizza il bene confiscato, che diventa patrimonio comune facendo attività che riguardano i temi del consumo critico, della legalità e dell’economia sana”. I 100 mila euro ricevuti grazie alla vittoria del premio Edison Start servono per affrontare le spese del progetto, che in tre anni ha affrontato e superato tante difficoltà. L’iniziativa punta a muoversi in controtendenza rispetto al turismo di massa, dando vita a una casa per vacanze o un ostello che accolga bambini, anziani e famiglie.

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