Firmato contratto scuola, cosa cambia

Firmato contratto scuola, cosa cambia
19 aprile 2018

E’ stato firmato nella sede dell’Aran il primo contratto di lavoro del nuovo comparto “Istruzione e Ricerca”. Sono interessati i lavoratori della scuola, dell’universita’, degli enti di ricerca e delle accademie e conservatori, complessivamente un milione e 200 mila persone. Gli aumenti medi saranno tra gli 80 e i 110 euro lordi. La pre intesa era stata firmata il 9 febbraio scorso. Ecco i punti che caratterizzano il contratto.

SCUOLA. Dal 1 marzo 2018 oltre 80 euro di aumento delle retribuzioni per tutti i docenti, con circa 450 euro medi di arretrati. Restano fermi gli 80 euro del bonus fiscale. Il “bonus” docenti della legge 107/15 confluisce in parte nel salario e in parte nelle risorse del Fondo da contrattare. Una meta’ del “bonus” incrementera’ la RPD (Retribuzione Professionale Docenti), cioe’ una indennita’ fissa e continuativa che hanno tutti insegnanti, a beneficio anche dei supplenti annuali e fino al 30 giugno. L’altra meta’ incrementa il nuovo fondo unico con tutte le risorse del MOF (fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa), circa 600 700 milioni alle scuole per attivita’ aggiuntive e non ordinarie e quelle per la valorizzazione (finanziaria 2018). Tra le novita’ il diritto alla disconnessione, cioe’ il non obbligo a ricevere comunicazioni di servizio h24. Confermato l’orario di servizio sia d’insegnamento che funzionale (40+40), comprese le attivita’ riguardanti il potenziamento. Tutti gli impegni aggiuntivi vanno retribuiti. Tutta la materia delle sanzioni disciplinati ai docenti e’ stata rinviata a successiva sequenza contrattuale. Introdotto l’obbligo a prevedere una tutela per la liberta’ di insegnamento. Il personale Ata diventa parte integrante della “Comunita’ educante” partecipando alle commissioni istituite nelle scuole. Viene scardinata la legge 107/15. Superato l’obbligo alla mobilita’ solo su ambito. La chiamata diretta sara’ contrattata a livello nazionale e sottratta alla discrezionalita’ dei dirigenti.

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UNIVERSITA’. In linea con quanto stabilito per tutto il pubblico impiego, l’aumento della retribuzione complessiva e’ del 3.48% che, per quanto riguarda l’Universita’, e’ stato riversato quasi interamente nella retribuzione tabellare, che cosi’ ha visto un incremento effettivo di circa il 4%, con circa 440 euro medi di arretrati. E’ stata utilizzata una indennita’ perequativa, valida fino al 31 dicembre 2018, per avvicinare le retribuzioni piu’ basse alla soglia degli 85 euro prevista dall’Accordo del 30 novembre 2016. E’ stata prevista una posizione economica in piu’ per tutte le categorie. La legge di bilancio prevede inoltre che le universita’ che rispettano determinati limiti di “virtuosita’” potranno incrementare il fondo del salario accessorio. Per la parte normativa, rispetto a quanto previsto dal DLgs 150/09 (“Legge Brunetta”) si riducono le risorse da destinare alla valutazione della performance collettiva e individuale, essendo state limitate ad una parte delle risorse variabili del fondo del salario accessorio. Le posizioni economiche si acquisiscono in base alle norme previste dai precedenti contratti, superando il riferimento al DLgs 150/09 che ne prevedeva l’accesso solo per una “quota limitata” di lavoratori.

RICERCA. Dal primo marzo 2018 incrementi economici sulle parti tabellari e delle indennita’ fisse e ricorrenti e pari ad almeno 85 euro per tutti. Restano fermi gli 80 euro del bonus. Arretrati da 410 euro a 572 euro per tecnici e amministrativi; da 533 euro a 1.300 euro per ricercatori e tecnologi. AFAM. Gli aumenti a regime decorreranno dal 1 marzo 2018. Essi vanno da un minimo di 81.40 a un massimo di 130,40 euro. L’indennita’ di vacanza contrattuale erogata da luglio 2019 si aggiunge alla retribuzione tabellare e non viene riassorbita all’interno degli aumenti previsti dal contratto nazionale. Gli arretrati vanno da un minimo di circa 300 euro e un massimo di 760 euro. A tutto il personale Afam non si applicano le norme del decreto Brunetta in tema di performance e di merito e premi. E’ previsto il mantenimento ad esaurimento della seconda fascia della docenza comprese le eventuali immissioni in ruolo del personale docente inserito nelle graduatorie in essere. L’Aran non ha voluto affrontare contrattualmente il tema del superamento delle fasce della docenza.

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