Firme false M5s, c’è chi trema per le dichiarazioni di Pintagro

Firme false M5s, c’è chi trema per le dichiarazioni di Pintagro
3 ottobre 2017

Ci sono anche tre deputati regionali siciliani del M5S tra i 34 testi dell’accusa al processo per le firme false del M5S di Palermo. La lista dei testi è stata depositata dalla pm Claudia Ferrari, che rappresenta l’accusa, alla giudice monocratica Luisanna Cattina. Si tratta dei parlamentari uscenti Sergio Tancredi, Giampiero Trizzino, indicato come assessore in pectore in caso di vittoria del M5S e di Vanessa Ferreri. I tre deputati erano stati ascoltati durante la fase delle indagini preliminari per spiegare quanto appreso dalla deputata Claudia La Rocca, che aveva iniziato a collaborare con i pm. Non c’è, invece, il nome di Giancarlo Cancelleri, candidato alla Presidenza della Regione siciliana per il M5S, che era stato ascoltato, sempre come persona informata dei fatti, dalla Procura. Tra gli altri nomi in lista spicca quello di Vincenzo Pintagro, l’attivista grillino che nell’ottobre del 2016 era stato intervistato dalle Iene di Italia 1 ai quali aveva raccontato delle presunte irregolarità nella raccolta delle firme per le amministrative nel 2012. “All’epoca c’è stato qualcosa che non si sarebbe dovuto assolutamente fare, un’irregolarità palese – aveva raccontato Pintagro all’inviato delle Iene- Cioè, quando si sono raccolte le firme, io ho trovato due persone che stavano ricopiando 2.000 firme e in quella sede che era la nostra dissi subito, e fui il solo: ragazzi, ma siete pazzi? Noi stiamo commettendo tutti quanti un reato, un reato penale”.

Anche se qualche settimana dopo, intervistato in una trasmissione, Pintagro aveva ritrattato tutto: “Le Iene – aveva raccontato – sono alle dipendenze di Berlusconi, cosa credete? Tutto questo casino a distanza di quattro anni quando è stato tutto archiviato perché è venuto fuori? Lo hanno fatto per fare un favore a Berlusconi. Volevano sputtanare i Cinque Stelle. E anche Di Maio non sapeva nulla, al contrario di quello che ha scritto La Stampa stravolgendo una mia intervista”. Adesso Pintagro dovrà spiegare alla giudice monocratica Luisanna Cattina quanto avvenne realmente nell’aprile del 2012 quando sarebbero state falsificate le firme del M5S. Tra gli altri testi c’è anche il dirigente della Digos, Giovanni Pampillonia, finito anche al centro di polemiche sul M5S con una interrogazione parlamentare. La Procura chiederà di ascoltare anche Fabio D’Anna. Anche D’Anna, ex attivista del M5S, era stato intervistato dalle Iene. In quella occasione aveva denunciato alcuni particolari dello scandalo che ha scosso il mondo grillino. D’Anna aveva raccontato che la sua firma sarebbe state tra quelle copiate da alcuni attivisti per rimediare all’errore formale che gli avrebbe impedito di presentare la lista. D’Anna aveva lasciato il movimento anni fa, in polemica con il deputato Riccardo Nuti, imputato nel processo per le firme false. E ancora Luigi Scarpello e altri testimoni che sono stati ascoltati durante le indagini preliminari dagli inquirenti. I primi testi dovrebbero essere ascoltati già nella prossima udienza che si terrà il 21 novembre. (AdnKronos)

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