Fisco, guerra aperta tra Macron e il “predecessore” Hollande

Fisco, guerra aperta tra Macron e il “predecessore” Hollande
Il presidente francese Emmanuel Macron e il suo predecessore, François Hollande
17 ottobre 2017

Bilancio “insincero” contro politica “brutale”: volano le coltellate tra il presidente francese Emmanuel Macron e i suoi “predecessori” socialisti, che poi sarebbe uno solo, François Hollande, che non esita a replicare, anche dall’estero, alle chiamate in causa del nuovo inquilino dell’Eliseo. La polemica è velenosa soprattutto sul terreno fiscale, nel momento in cui l’Assemblea nazionale si prepara a esaminare il primo budget targato Macron. Domenica su TF1 il capo dello Stato ha difeso con una certa asprezza la sua riforma dell’Isf, l’imposta di solidarietà sui grandi patrimoni, tentando di staccarsi di dosso l’etichetta di “presidente dei ricchi”, che gli ha affibbiato la sinistra, con un attacco alle “gelosie” dei francesi contro i più fortunati, i “primi in cordata”. Macron, che è stato ministro dell’Economia in un governo di Hollande e che dopo la sua elezione ha invitato a cena l’ex presidente di destra Nicolas Sarkozy, ma non Hollande, ha anche criticato a più riprese, senza nominarlo, la “presidenza chiacchierona” e la politica fiscale del suo “predecessore”, tra cui la famigerata tassa al 75% sui redditi più alti, introdotta e velocemente abolita. La replica non si è fatta attendere. “Se in un Paese prende piede l’idea che ci sia una fiscalità più leggera per i ricchi e più onerosa per i più modesti o per le classi medie, allora è la sua stessa capacità di mobilitarsi per il futuro che viene compromessa” ha attaccato Hollande da Seoul, dove si trovava per una conferenza.

Altra stoccata davanti alle telecamere di Tf1 contro la soppressione, durante l’estate, di numerosi impieghi assistiti: “una politica brutale”, un “colpo inferto alle associazioni” e a “persone che erano entrate nell’ottica di un impiego”, ha detto l’ex capo dello Stato. Oggi collaboratore di Hollande, l’ex-ministro delle Finanze Michel Sapin ha rincarato la dose, scrivendo su Le Monde un editoriale di fuoco contro il budget di Macron, “che va contro la nostra storia”, è un “errore morale” e “contraddice uno dei grandi principi repubblicani, la progressività dell’imposizione fiscale”. L’ex collega di Macron a Bercy ha attaccato lo “sdegno volgare” e lo “sprezzo altezzoso” della maggioranza e del suo primo rappresentante all’Eliseo. Punta sul vivo, la deputata del partito Lrem di Macron Aurore Bergé ha detto che Hollande è un presidente “che si esprime dall’estero per criticare il suo Paese”. Il turno di replicare è toccato all’ex ministro dell’Agricoltura Stéphane Le Foll che ha ricordato che Macron non si era trattenuto dal fustigare i compatrioti “fannulloni” da Atene. “Il problema del presidente della Repubblica è che non considera il successo se non come un successo economico e un’accumulazione di ricchezze” ha attaccato, rimproverando anche a Macron di non fare mai il nome di Hollande.

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Il passaggio di consegne tra i due, solo cinque mesi fa, sembra avvenuto in un’altra epoca. Accompagnato fino alla sua auto nel cortile dell’Eliseo dal suo ex assistente diventato poi ministro dell’Economia, François Hollande aveva augurato “buona fortuna” al suo successore prima di lasciare il palazzo. Una cordialità di breve durata. In pieno agosto l’ex presidente era uscito dal silenzio per criticare i decreti in preparazione sul lavoro e per invitare Macron a “non chiedere ai francesi sacrifici non necessari”. Replica sferzante del presidente in un’intervista a LePoint: “Sarebbe strano se l’impossibilità che è stata sua di difendere il suo bilancio davanti ai francesi possa motivare una tentazione nei prossimi anni, di giustificarlo davanti ai giornalisti”. Le ostilità erano state aperte a fine giugno dal premier Edouard Philippe che si era scagliato contro il bilancio “insincero” lasciato dalla precedente squadra di governo. Un attacco che aveva causato le reazioni indignate di molti ex ministri e alleati di Hollande. La destra intanto segue il duello da spettatrice. “E’ un regolamento di conti in famiglia perchè il nuovo presidente era consigliere economico di Hollande. (..) Lasciamoli lavare i panni sporchi in famiglia” ha commentato il capogruppo di Les Republicains, Christian Jacob.

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