Forza Italia vira su Italicum corretto e si spacca. Pd frena

Forza Italia vira su Italicum corretto e si spacca. Pd frena
Silvio Berlusconi
11 maggio 2017

Quando l’accordo sembrava a un passo, tutto è tornato in altomare. L’iter della legge elettorale continua a viaggiare su un doppio binario: da una parte quello che succede in Parlamento, dall’altra le dichiarazioni politiche. Due binari che, appunto, stentano ad incontrarsi. Succede infatti che in commissione Affari costituzionali, un po’ a sorpresa, Forza Italia – pur ribadendo che la prima scelta cade sul proporzionale – si dichiari favorevole all’adozione dell’Italicum corretto come testo base. Una posizione sulla quale, peraltro, sono pronti a convergere M5s, Sc, Mdp e Lega. Eppure non vi è ancora alcuna certezza sul fatto che davvero oggi il relatore, Andrea Mazziotti, riesca a presentare il suddetto testo base. Perché all’appello manca ancora la posizione del Pd che prende tempo e rinvia a oggi l’incontro con il presidente della commissione. E perché, nel frattempo, in Forza Italia si scatena il panico. La posizione espressa a nome del partito in commissione da Paolo Sisto non viene infatti gradita dal gruppo azzurro del Senato. In particolare, da Paolo Romani che proprio martedì – viene spiegato – era stato ad Arcore da Berlusconi a perorare la causa di un’altra proposta: il Verdinellum, 50% proporzionale e 50% maggioritario.  La stessa su cui i renziani avevano aperto riservatamente la trattativa. Ieri in serata, tuttavia, l’ex Cavaliere virava su tutt’altra posizione. Brunetta – ma, viene spiegato, anche Niccolò Ghedini – avrebbero fatto osservare all’ex premier che quella proposta è tutt’altro che un tedesco e, soprattutto, che quel 50% di maggioritario avrebbe portato Fi a soccombere al Nord, in quelle Regioni in cui (leggi per esempio il Veneto) la Lega potrebbe non aver bisogno nemmeno di allearsi per aggiudicarsi il collegio.

Inoltre, è il ragionamento, se non scatta il permio al 40% effettivamente l’Italicum 2.0 è un proporzionale puro. Nasce così l’idea di quella che il capogruppo di Forza Italia definisce la “mossa del cavallo” fatta per stanare il Pd. Brunetta respinge al mittente le lamentele che arrivano dai colleghi di palazzo Madama. “Quella assunta in commissione è la linea di Berlusconi”, taglia corto. Proprio per discutere di questo, e tentare di sedare la polemica, Silvio Berlusconi ha convocato un vertice dedicato alla legge elettorale per domani alle 11 a palazzo Grazioli. Lo scontro aperto tra gli azzurri, tuttavia, è esattamente la piaga dentro cui i renziani mettono il dito. “Noi – spiega Matteo Richetti – siamo disponibili sulle due opzioni: o l’Italicum corretto o il tedesco con 50% di proporzionale e 50%di collegi uninominali. Vediamo quale dei due modelli ha più numeri”. Nè, sottolinea, può bastare il fatto che in commissione una maggioranza già ci sarebbe. “Non mi pare che Forza Italia sia compatta, mi pare che al Senato – insiste – la pensino in modo diverso. E ricordo che noi abbiamo dovuto accantonare il Mattarellum proprio perchè dicevano che non aveva i numeri al Senato”. Dentro il Pd, va detto, l’ipotesi di un’estensione dell’Italicum corretto apre un problema con la minoranza orlandiana: i capilista bloccati. La corrente che fa capo al ministro della Giustizia ha fatto dell’eliminazione dei capilista un punto qualificante. Lo stesso Renzi, in realtà ha più volte sostenuto che per quanto lo riguarda possono essere tolti. Eppure, il tema continua a creare tensione tra i dem.

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